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19/06/2022 06:00:00

Caos elezioni Palermo. L'odissea degli scrutatori, la finale playoff e la "spiegazione" della Ministra

  Ieri ho iniziato a raccontare la mia esperienza personale e diretta all’interno di un seggio elettorale vissuta per le elezioni amministrative e referendum del 12 giugno scorso. E di come per 40 ore di lavoro lo Stato italiano paghi pochissimi euro (5,20 €) gli scrutatori e poco meno di 8 € l’ora i presidenti di seggio. Oggi vi racconterò come la politica a livello nazionale ha trattato la questione.


CAOS SEGGI AL ‘QUESTION TIME’ – “Alle elezioni amministrative a Palermo si è verificato un caos senza precedenti – ha dichiarato la deputata di Italia Viva, Flora Frate – mancavano 170 presidenti di seggio su un totale di 600. Fino alle ore 12 si stavano insediando ancora 13 presidenti rendendo, di fatto, inagibili i seggi”.


LE RISPOSTE DELIL MINISTRO – Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese ha risposto così il 15 giugno ad una delle tre interrogazioni a risposta immediata (question time) tenutasi alla Camera dei deputati: “Le cause di tali episodi – risponde il ministro alla terza interrogazione presentata sulla medesima questione – siano ascrivibili ad elementi concomitanti: i sostituti individuati fra quelli iscritti nell’appositi albo della Corte d’appello sono in gran parte risultati irreperibili ed altri hanno rinunciato all’incarico. Al momento dell’insediamento dei seggi, il sabato alle ore 16, è subentrata poi la ricerca da parte dell’autorità comunale dei sostituti, come previsto dalla legge, perché la competenza della gestione delle elezioni spetta ai Comuni ed il ministero dell’Interno non ha poteri sostitutivi su questo; tuttavia, nonostante tale lavoro si sia protratto per tutta la notte, alle 5 della domenica, 58 sezioni su 600 sezioni totali, risultavano ancora prive dei presidenti, scese a 43 all’inizio delle operazioni di voto alle ore 7 della domenica. Di qui lo sforzo del Comune ad individuare coloro i quali potessero assumere il ruolo di presidenti di seggio anche tra i componenti delle sezioni già costituite o anche nell’ambito dei propri dipendenti, molti dei quali, però, non accettavano l’incarico”.

LA FINALE PLAY OFF DEL PALERMO CONTRO IL PADOVA E LA NUOVA ‘SUPERCAZZOLA’ DELIL MINISTRO LAMORGESE – “Riguardo all’incidenza dell’incontro di calcio Palermo – Padova sul fenomeno delle rinunce osservo che l’insediamento dei seggi era programmato, come sempre, per le ore 16 del giorno precedente le elezioni , il giorno del sabato, e quindi ben prima dell’evento calcistico sicché un suo eventuale differimento non avrebbe sortito alcun effetto preventivo sulle defezioni avvenute”. Questa dichiarazione più che ad un ministro della Repubblica parrebbe attribuibile ad un bambino di cinque anni. Solo un bimbo infatti, non sa che, se costituisci il seggio il sabato pomeriggio, poi, la domenica dalle 6 alle 23 e oltre, qualcuno il seggio lo deve presiedere. Sveglia ministro Lamorgese! “Peraltro – ha proseguito il ministro – anche la Lega calcio di serie C confermava di non potere differire la partita ad altra successiva”.
Del resto, questa esponente del Governo Draghi, non è nuova alle supercazzole. Ricordiamo, una su tutte, la famosissima azione sul furgone della Polizia – presa d’assalto dalla folla inferocita all’interno della quale vi era un infiltrato delle forze dell’ordine – nella giornata in cui si assalì pure la Cgil di Roma, per verificare “la forza ondulatoria” da applicare al mezzo in questione.

L’IMPEGNO CIVILE (SULLE SPALLE DEGLI ALTRI!) – “Del resto – ha continuato il ministro in Aula durante il question time – il fenomeno delle rinunce è, purtroppo, un sintomo piuttosto diffuso, e collegato ad un certo grado di disaffezione verso l’impegno civile che si esprime, anche, attraverso l’attiva partecipazione ai processi democratici”.
Come spesso accade in questo Paese lo scollamento col mondo reale porta a sconcertanti dichiarazioni di certa classe politica, che si fa bella con parole come: “impegno civile” e “attiva partecipazione ai processi democratici”, invece di fare ‘mea culpa’ e pagare onestamente il lavoro delle persone. Più facile è sicuramente scaricare le proprie responsabilità, sui più deboli e sfruttati, anche dallo Stato italiano, come accaduto in queste occasioni.

ATTENTA RIFLESSIONE PER INCENTIVARE LA PARTECIPAZIONE AGLI UFFICI –“Non posso quindi che confermare l’opportunità di un’attenta riflessione parlamentare per una risposta normativa finalizzata ad incentivare e a rendere più attrattivo lo svolgimento della funzione di ufficiale di seggio pur non escludendo, e su questo sicuramente lavoreremo, l’adozione di misure organizzative per favorire la partecipazione a questo processo democratico”.

QUALCUNO SE NE ERA ACCORTO GIÀ AD URNE APERTE – “Siamo tutti sconvolti – dichiarava una delle candidate al Consiglio comunale, Mariangela Di Gangi, domenica 12 giugno a mezzogiorno – quando i caporali pagano i braccianti 3 euro l'ora ma non diciamo niente quando lo Stato paga 3 euro l'ora i Presidenti e le Presidentesse di Seggio e anche meno gli scrutinatori e le scrutinatrici! Il caos di oggi è solo colpa del "Caporalato di Stato" di chi pensa che 280 euro per quattro giorni di lavoro pressoché ininterrotto siano una cifra decente da spendere nel momento chiave della democrazia”. Siamo tutti indignati per quanto sta avvenendo, ma se lo Stato a tutti i livelli riflettesse sulle proprie colpe prima di lanciare strali, si potrebbe pensare a come evitare simili disastri in futuro. La Di Gangi ribadiva, inoltre che, “si dovranno contare i voti per i candidati sindaco/a, poi quelli di lista con le relative preferenze fra oltre 700 candidati e poi ancora la scheda per la circoscrizione, anche qui con voti per il presidente, per le liste e preferenze per 160-200 candidati”.

ELEZIONI, DOPO CAOS SEGGI 200 PERSONE SEGNALATE A PROCURA – “La procura di Palermo – secondo una nota stampa di Italpress – ha aperto un fascicolo sul caos ai seggi elettorali, in città, per l’assenza di presidenti in diverse sezioni in occasione delle elezioni Comunali e del voto per i Referendum sulla Giustizia. Le indagini sono state delegate alla Digos della Questura. Tra le ipotesi di reato ci sono da accertare l’interruzione di pubblico servizio, il rifiuto di atti d’ufficio e la violazione della Legge Elettorale 1960. Da quanto si apprende, i nominativi segnalati sono circa 200 e comprendono oltre ai 174 presidenti già nominati anche altri. Da Palazzo delle Aquile era stata manifestata l’intenzione di inviare gli atti alla Procura per accertare eventuali responsabilità penali. Adesso, con il fascicolo della Procura palermitana, l’obiettivo degli accertamenti sarà stabilire quanti tra i rinunciatari lo abbiano comunicato per tempo, con l’attacco hacker al sito del Comune che potrebbe aver impedito la ricezione delle pec e quanti invece non lo abbiano fatto”.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo