Matteo Messina Denaro non può considerarsi un latitante. Perchè, tecnicamente, il decreto con il quale si stabilisce la sua latitanza, ormai dal lontano 1993, è errato.
L'avvocato d'ufficio di Matteo Messina Denaro, Salvatore Baglio, ha chiesto infatti la nullità del decreto di latitanza, e di conseguenza anche quella del decreto di citazione in appello, nel corso dell'udienza del processo che si celebra a Caltanissetta, in corte d'assise d'appello a carico del latitante mafioso.
Stando alla difesa, non vi sarebbe prova che l'imputato un quarto di secolo prima abbia avuto conoscenza dell'ordine di carcerazione emesso nei suoi confronti per i fatti che gli sono contestati nel processo dove è accusato di essere il mandante per le stragi di Capaci e via D'Amelio. In primo grado Messina Denaro è stato condannato all'ergastolo. Il sostituto procuratore generale Lucia Brescia ha chiesto un rinvio del procedimento all'udienza del 6 luglio al fine di consentire al collega assegnatario di potere interloquire sull'eccezione formulata dalla difesa.