Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/06/2022 06:00:00

Denise, oggi nuova udienza del processo all'ex pm Maria Angioni

 Riprende questa mattina ,davanti al Tribunale di Marsala, il processo alla giudice Maria Angioni, ex pm della procura marsalese, che si occupò del sequestro Denise, e accusata di false informazioni al pm nell’ambito delle nuove indagini aperte sulla scomparsa della bambina avvenuta il 1° settembre 2004 a Mazara del Vallo.

Angioni che nelle scorse settimane è stata citata a giudizio per diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti dell’ispettore di polizia del commissariato di Mazara del Vallo, Vincenzo Tumbiolo, oggi verrà ascoltata assieme a due testi della difesa.

Nel corso dell’ultima udienza è stato ascoltato come teste l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares, che ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito alla vicenda Denise. “Anna Corona – ha detto Linares - venne ascoltata da due ufficiali dei carabinieri la sera dell’1 settembre, giorno in cui sparì Denise Pipitone, ma la madre della bambina ha eluso per due giorni ogni informazione. Negò la relazione sentimentale con Piero Pulizzi, che a sua volta definì ‘dicerie’ quelle voci. Fino al 4 settembre 2004, Piera Maggio e Piero Pulizzi non dicono che Denise non è figlia di Antonino Pipitone. Solo il 4 settembre, dopo che il pm chiede prova del Dna, Piera Maggio dice che Denise è figlia di Pietro Pulizzi e che Anna Corona (ex moglie del Pulizzi) è arrabbiata con lei. E questo provoca un ritardo nelle indagini”.

Riguardo al dirigente della commissariato di Mazara del Vallo dell’epoca, Antonio Sfamemi, Linares rispondendo alle domande del pm Roberto Piscitello, ha detto: “faceva benissimo il suo lavoro e non aveva avuto alcun rilievo dalla Procura di Marsala”.

E sull’inaffidabilità o presunta infedeltà, del commissariato di Mazara, all’epoca del sequestro di Denise, sostenuta dalla Angioni, che nel corso della udienza scorsa ha dichiarato che da maggio 2005 non assegnò più incarichi importanti è stato, invece, il pm Piscitello a smentire quanto affermato dalla Angioni con la presentazione di alcuni “atti che confermano la perduranza delle indagini di polizia del commissariato di Mazara anche dopo maggio 2005. Sono 49 documenti del 2005 e non si tratta di deleghe poco importanti

Altro aspetto sollevato dal pm Pisicitello in aula è stato quello relativamente alla vicenda di Stefania Letterato, amica di Anna Corona, e all’epoca fidanzata, poi diventata moglie di Antonio Sfamemi. Piscitello ha citato quanto riportato nelle motivazioni della sentenza di primo grado del processo per il sequestro Denise (Tribunale di Marsala presieduto dal giudice Riccardo Alcamo), il pm ha affermato: “Quando Gioacchino Genchi, consulente della Procura di Marsala, nel processo di primo grado a Jessica Pulizzi e a Gaspare Ghaleb, dichiarò che Stefania Letterato smise di parlare al telefono due giorni dopo essere stata sottoposta ad intercettazione fece falsa testimonianza. Ciò, infatti, come si legge nelle motivazioni della sentenza che chiedo di depositare, è smentito dalla lettura dei brogliacci delle intercettazioni, da cui emerge che la Letterato continua a parlare al telefono per tutto il periodo delle intercettazioni”.

Sfameni, che è attuale capo della Squadra mobile di Catania ha smentito tutto in aula: “Mai ho rivelato alla Letterato che la Corona era intercettata –ha detto il funzionario di polizia – Mai nessuno me l’ha contestato. I rapporti con la Procura di Marsala erano distesi. C’erano anche occasioni conviviali con i vertici dei commissariati di Marsala, allora diretto da Salvatore Certa, e Mazara e i magistrati della Procura. Io indagato? Mai avuta alcuna notizia in tal senso, né formalmente né informalmente”.