Dopo la delibera del governo Musumeci che, nel maggio scorso, aveva dato parere favorevole
all’adozione dell’Atto aziendale dell’Asp di Trapani sulla riorganizzazione degli ospedali, torna a farsi sentire il Comitato Orgoglio Castelvetranese.
Lo fa con una nota, che riportiamo di seguito, in cui manifesta il proprio disappunto nei confronti di quei sindaci del trapanese che nella lotta a favore dell’ospedale di Castelvetrano avevano sottolineato la bontà del percorso istituzionale. Il riferimento, anche se non citato chiaramente, è a Nicola Catania, sindaco di Partanna.
“Le chiacchiere dei politici locali, che giustificano l’operato di questi “guastatori” politici e burocrati dell’offerta sanitaria siciliana – si legge nella nota - non ci convincono e sapremo riconoscere chi, con quel potere, va a braccetto per fini personalistici ed elettorali prossimi”.
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Per l’Ospedale di Castelvetrano si prevedono tempi bui. La riorganizzazione, voluta dall’Assessore Razza, ha rivisto al ribasso il ruolo del complesso ospedaliero castelvetranese. Un recente atto, adottato dall’Asp di Trapani, ne è conferma. A denunciarlo con una nota è il Comitato Orgoglio castelvetranese:
“Meno di un mese dopo il 10 aprile 2022, data dell’incontro fra alcuni Sindaci con Musumeci e Zappala’ e dopo l’audizione di quest’ultimo alla VI commissione Regionale sanità, che ha adottato un atto parlamentare di sollecito al potenziamento dell’ospedale di Castelvetrano, la Giunta Musumeci agisce in direzione opposta, approvando l’atto aziendale Asp di Trapani, che decreta la distruzione del nostro nosocomio.
Se è questo il risultato della via istituzionale dei Sindaci della Valle del Belìce nella difesa del diritto alla salute dei loro 100.000 cittadini, non abbiamo alcuna speranza che questa arroganza di potere torni sui propri infausti passi.
Si dirà, con tecnicismo istituzionale, che è il Piano territoriale sanitario Razza che comanda politicamente e che l’Atto aziendale è subalterno.
È pur vero che il Commissario trapanese avrebbe avuto la possibilità di mitigarlo, utilizzando una moderata discrezionalità di esercizio.
Invece, la “pianificazione strategica” ha così definitivamente pianificato l’annientamento dell’ospedale del Belìce, nel disegno, dichiarato a mezzo labbro, di riunire due ospedali e farne l’uno la carcassa dell’altro, per fagocitarne i reparti e i servizi sanitari migliori per il Dea.
Orgoglio castelvetranese denuncia ancora una volta, dopo oltre quattro anni di lotta, che le chiacchiere dei politici locali, che giustificano l’operato di questi “guastatori” politici e burocrati dell’offerta sanitaria siciliana, non ci convincono e che sapremo riconoscere chi, con quel potere, va a braccetto per fini personalistici ed elettorali prossimi.
Ci auguriamo solo che nessuno dei responsabili dello sfacelo sanitario del nostro territorio possa continuare ad operare nel palazzo regionale, perché a Palazzo d’Orleans dovrebbero accedere solo gli eletti del popolo che rappresentino sinceramente gli interessi di quel popolo.
Il diritto alla salute mortificato di tanti cittadini belicini, dovrebbe provocare la rivolta elettorale di quegli elettori liberi che intendono reagire orgogliosamente a questo increscioso stato di cose, imposto arrogantemente dal potere regionale.
Il Direttivo di Orgoglio Castelvetranese Belicino, ancora in lotta!”