In queste settimane si è creato il caos a Marsala sul fronte movida, e in particolare sulle regole per la musica nei locali. E’ difficile equilibrare l’esigenza dei locali di fare intrattenimento con il diritto al riposo dei residenti, soprattutto del centro storico. Vincenzo Menfi, comandante della Polizia Municipale di Marsala, in questi giorni è entrata in vigore una nuova ordinanza che regolamenta alcuni aspetti della musica live. Di che si tratta?
E’ un’ordinanza firmata dal sindaco e predisposta da me. Bisogna premettere che nel nostro ordinamento sono previste tre tipologie di locali pubblici: ristoranti, bar e discoteche. Locali di categoria A, B e C. In quest’ultima rientrano non solo le discoteche ma anche i pub e gli stabilimenti balneari, cioè quei locali in cui l’intrattenimento musicale è preponderante. L’ordinanza riguarda soltanto questi locali di categoria C per i quali sono stati previsti orari diversi da quelli di ristoranti e bar. E’ chiaro che le discoteche sono in contesti anche lontani dal centro storico e che vengono frequentate in orari notturni. Allora è stato ragionevole prevedere di fare musica fino alle 3 il venerdì e sabato e fino alle 2 negli altri giorni.
Bar e ristoranti invece?
Per questi locali resta in vigore un’ordinanza del 2015 che prevede orari diversi e che probabilmente verrà integrata presto anche in collaborazione con altri sindaci della provincia, per adottare una disciplina unitaria. Tutti i locali, però, prima di svolgere l’attività musicale fare una valutazione di impatto acustico, con un tecnico o autocertificata se hanno le competenze per farlo. Devono dichiarare e dimostrare le misure che adottano per far sì che le diffusioni musicali siano nei limiti di legge. Noi qualche settimana fa abbiamo fatto diverse sanzioni e c’è stato un periodo di sospensione dell’attività musicale, nella quale molti esercizi hanno regolarizzato la propria posizione e inoltrato la scia musicale. Abbiamo contenuto il fenomeno. Presentare la scia musicale è un adempimento burocratico che non garantisce il rispetto delle regole.
Bisogna trovare un punto di incontro tra le due necessità, quella dei locali che vogliono lavorare e delle persone che vogliono riposare.
Serve equilibrio. Personalmente credo che debba prevalere il diritto al riposo delle persone. Perchè i bar e ristoranti non sono esercizi preposti all’attività musicale, ma alla somministrazione di cibi e bevande. L’attività musicale è accessoria. Per questo non credo che sia necessario sparare musica a chissà quanti decibel, basta fare un sottofondo musicale più moderato.
Un cittadino che lamenta il disturbo della quiete pubblica cosa può fare?
In assenza di un esposto circostanziato i nostri controlli portano a sanzioni amministrative, sia perchè un esercizio non ha la scia musicale, o non si è attenuto a determinati provvedimenti. Un cittadino che si sente leso deve presentare una denuncia circostanziata alla Polizia Municipale, possibilmente assieme ad altri cittadini. Perchè il disturbo della quiete pubblica è un reato plurioffensivo. Noi in questi casi procediamo a fare dei controlli con l’Arpa e li facciamo in orari notturni presso il domicilio dell’esponente con un tecnico, con un’attività fonometrica. Se all’esito del rilievo c’è un superamento dei valori si procede al sequestro penale degli strumenti. La nostra attività non è palpabile, perchè quando non c’è una denuncia dei cittadini noi ci limitiamo a infliggere delle sanzioni amministrative che spesso vengono eluse attraverso ricorsi. E comunque la sanzione amministrativa non implica l’interruzione dell’attività. Per arrivare a questo serve il sequestro che scaturisce da una denuncia per disturbo della quiete pubblica.
Ci sono sempre problemi in centro storico, in particolare dalle parti di Porta Nuova con i parcheggiatori abusivi. Negli ultimi giorni ci sono state risse e danneggiamenti proprio ad opera dei parcheggiatori. Come fare per risolvere questa piaga?
Alcune settimane fa ho appaltato per 36 mila euro l’acquisto di 40 nuove telecamere da collocare nel centro. Alcune telecamere sono state già installate proprio dove operano i parcheggiatori abusivi e hanno consentito di inoltrare oltre 10 notizie di reato a carico di questi parcheggiatori. Quelli che operano a porta nuova sono stati denunciati, sanzionati e a loro carico c’è un daspo. Ogni pomeriggio sono controllati dalla polizia municipale, viene accertata la loro presenza e io li denuncio alla procura. La violazione del daspo non mi consente di arrestarli in flagranza di reato. Per arrivare all’arresto è necessaria una denuncia per tentata estorsione. Molti cittadini denunciano sui social, poi li chiamo, li sento, e negano ogni cosa. La sicurezza è un concetto partecipato, non può essere demandato solo alle forze dell’ordine. Io metto in mano la mia vita per contrastare questi fenomeni. Sono stato due anni sotto scorta, quindi lo dichiaro pubblicamente, io questi delinquenti li denuncio ogni giorno. Basta che vengano a collaborare i cittadini. Qualche giorno fa è venuto un cittadino, aveva paura per i suoi figli, ma alla fine si è convinto a denunciare questo parcheggiatore che l’aveva minacciato. Al di là delle telecamere l’unico reato che ci consente di arrestare i parcheggiatori è la tentata estorsione, che si realizza quando il parcheggiatore ti dice “o mi dai i soldi o ti danneggio la macchina”. I parcheggiatori sono le persone più odiose. Ma se non si coinvolge la cittadinanza attraverso la denuncia. La prima regola è sempre quella di non pagare ovviamente. Ho inoltrato richiesta ai servizi sociali affinchè ai parcheggiatori abusivi venga tolto il reddito di cittadinanza, farò di tutto per non farglielo avere, perchè loro hanno un reddito occulto. Questi signori devono sapere che se gli viene revocato il reddito di cittadinanza sarò stato io e gioisco per la collettività, perchè lo daranno un altro che lo merita.