Chi prende il reddito di cittadinanza e lavora, anche in nero o in maniera irregolare, non solo si vede la sospensione del beneficio, ma rischia anche la galera.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione.
Con sentenza n. 25306 del 4 luglio 2022, la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna alla pena di un anno e otto mesi di reclusione in relazione al reato di cui all’articolo 7, comma 2, della Legge 28 marzo 2019, n. 26 (di conversione del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4), per avere, quale percettore di reddito di cittadinanza, omesso di comunicare l’avvenuta assunzione o, comunque, lo svolgimento di attività lavorativa, presso una ditta, ciò indipendentemente dal fatto che il rapporto di lavoro sia stato svolto in maniera irregolare.