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12/07/2022 06:00:00

Depistaggio Via D'Amelio, oggi la sentenza. Proseguono le iniziative per il Trentennale

A sette giorni dal 30° anniversario della strage di Via D’Amelio, oggi 12 luglio i giudici del processo sul depistaggio sulla strage Borsellino si ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza nei confronti dei tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di aver costruito a tavolino, il falso pentito Vincenzo Scarantino, grazie al quale sono stati condannati e hanno scontato 16 anni di carcere 8 innocenti che non c’entravano niente con l’eccidio.

Subito dopo le controrepliche delle difese i giudici si ritireranno in camera di consiglio e già oggi o domani al massimo sarà emessa la sentenza. La procura ha chiesto 11 anni e dieci mesi per Bo e nove anni e mezzo ciascuno per Ribaudo e Mattei.

Nel corso dell’ultima udienza oltre alla requisitoria del pm Stefano Luciani c’è stato l’intervento dell'avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia Borsellino: “Non voglio arrivare al processo Borsellino 28, perché Paolo Borsellino e tutti gli agenti della scorta hanno diritto di riposare in pace”.

Dure le parole parte dell’avvocato Trizzino nei confronti del pm Nino Di Matteo:Il Pm Di Matteo nel 2009 fece una dichiarazione sul collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza senza alcuna competenza. L’elemento incredibile è che Di Matteo, quell’anno, da Pm di Palermo, non aveva alcuna competenza per entrare nel processo Borsellino uno e Borsellino due, a meno che non temesse qualcosa che potesse compromettere la sua carriera professionale. Bisogna avere il coraggio di dirle, queste cose”. Trizzino si riferisce all’intervento di Nino Di Matteo, che si oppose alla richiesta di protezione di Gaspare Spatuzza, il quale aveva del tutto smentito la versione di Scarantino.

Così ha continuato Trizzino: “Per quale ragione Di Matteo si doveva occupare di dare il proprio parere su Spatuzza? Cosa gli interessava del processo Borsellino uno e del Borsellino due? Non è, questo, uno schizzo di fango, è una analisi critica e non possiamo far finta di niente”. “Il danno provocato dall’incapacità di alcuni magistrati è fatto. Non si può riparare. Quale verità stiamo cercando, ora? La ricerca della verità, a mio giudizio, in questo paese è stata affidata a persone che erano in conflitto di interesse”, ha concluso il legale della famiglia Borsellino

E sono parole pesanti come macigni quelle di Fiammetta Borsellino, come quelle in occasione dell'intitolazione a Marsala di una strada a Emanuela Loi, pronunciate nel corso della presentazione del libro di Pietro Melati, ‘Paolo Borsellino, per amore della verità’: “Diserteremo tutte le manifestazioni ufficiali per la strage di via D’Amelio fino a quando lo Stato non ci spiegherà cosa è accaduto davvero, non ci dirà la verità: nonostante tutte queste celebrazioni, si è fatto un lavoro diametralmente opposto su questo barbaro eccidio. Il fatto che qui (alla presentazione del libro, ndr) non ci sia un solo magistrato o un poliziotto o un referente qualsiasi delle istituzioni, è molto significativo. Saranno tutti presenti il 19 luglio e ai concerti del Teatro Massimo”. Così ha proseguito Fiammetta Borsellino: “Ci sono uomini che lavorano per allontanare la verità sulla strage di via D’Amelio. Oggi questa verità è negata non solo alla mia famiglia ma a tutto il popolo italiano, il primo a essere stato offeso”.

 A Marsala, intanto, proseguono le manifestazioni per il Trentennale delle Stragi, organizzate dall'amministrazione comunale. Domani la presentazione al Complesso San Pietro (ore 18:00) del libro di Nicola Gratteri “Complici e colpevoli. Come il nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta”. Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gratteri è uno dei magistrati più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta e con Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, ha scritto numerosi libri. Dialogherà con l’autore l'ex magistrato in pensione Dino Petralia, che ha svolto il suo ultimo incarico a capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.

Domenica, sempre nell'ambito del programma delle iniziative per il “Trentennale delle stragi di mafia” - promosso dall'Amministrazione Grillo, patrocinato dalla Regione Siciliana e dall'Associazione Nazionale Magistrati - la Città di Marsala ha conferito la “Cittadinanza Onoraria alla Memoria” al giudice Giovanni Falcone. Alle presenza della sorella Maria, a Sala delle Lapidi - dopo la relazione del consigliere comunale Pietro Cavasino, promotore dell'iniziativa - sono intervenuti il presidente Enzo Sturiano, il sindaco Massimo Grillo, il vice capo di gabinetto del prefetto Luciano Zanta Platamone, la presidente del tribunale Alessandra Camassa, il procuratore della repubblica Roberto Piscitello, il presidente ANM-Marsala Fabrizio Guercio. La consegna dell'Onorificenza è stata preceduta da una performance dell'artista marsalese Fabio Ingrassia che ha realizzato un'opera pittorica raffigurante il giudice Giovanni Falcone, poi donata all'omonima Fondazione presieduta dalla sorella Maria. La stessa, successivamente, è stata protagonista a Palazzo Municipale della presentazione del libro “L’Eredità di un giudice. Trent’anni in nome di mio fratello Giovanni” (Mondadori), scritto con Lara Sirignano.