Si chiude domenica 17 luglio con il fuoriclasse degli ottoni Gabriele Mitelli, la prima parte del Selinunte Mediterraneo Jazz Festival che per due fine settimana consecutivi porta in Sicilia il meglio del jazz internazionale nel ricordo di Lelio Giannetto.
L’appuntamento è sotto il Tempio di Hera con Gabriele Mitelli, uno dei più giovani e interessanti trombettisti e compositori italiani, per l’occasione in duo con Cristiano Calcagnile, un’altra personalità spiccata, con diversificate esperienze sia nel campo della musica contemporanea (in cui si è inizialmente formato) che in campo jazzistico, soprattutto internazionale.
Nella stessa serata il Selinunte Mediterraneo Jazz Festival accoglie il concerto di Pipeline 8, una formazione a geometria variabile, per l’occasione sul palco con Gabriele Mitelli (pocket trumpet, cornetta, genis), Sebi Tramontana (trombone) Giancarlo Nino Locatelli (clarinetti), Alberto Braida (pianoforte), Luca Tilli (violoncello),Andrea Grossi (contrabbasso), Cristiano Calcagnile (batteria, percussioni), Paolo Riva Gaiba (elettronica) e la voce registrata del poeta britannico Tom Raworth (1938-2017), con cui Locatelli ha collaborato per più di vent’anni. Un concerto coinvolgente con le parole di Raworth come suono, testo e pre-testo, e la densità del suono da ampio organico, che vede coinvolti molti dei musicisti che si succedono al festival.
Nato da un’idea di Lelio Giannetto, musicista e fondatore di Curva Minore, diretto e prodotto da Curva Minore con la direzione artistica di Valeria Cuffaro, il Selinunte Mediterraneo Jazz Festival 2022 è realizzato con il supporto del Fus- Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero della Cultura, dell'Assessorato ai Beni Culturali e all'Identità Siciliana e dell'Assessorato al Turismo della Regione Sicilia.
Dall’esordio discografico come leader, “Trochus” (1991, DDD) in cui in tre brani è presente Steve Lacy, Locatelli ha riunito vari gruppi che hanno indagato nella musica del grande sopranista americano fra i quali 5 or 6 bones (Tilli, Tramontana, Venitucci, Bellatalla, Spera) e The fish horn quartet (Martini, Avenel, Betsch). I Pipeline 8 aggiungono un nuovo capitolo a questo percorso e come primo lavoro hanno pubblicato “Prayer” (2018, We Insist! records) interamente dedicato alla musica di Lacy.
La formazione riunisce compagni di molte avventure, che provengono e operano in mondi musicali molto diversi tra loro: il jazz, la musica classica, l’improvvisazione radicale, il rock e l’ambient-noise sperimentale.
Attualmente il gruppo sta lavorando ad un nuovo progetto a partire dalle poesie di Tom Raworth.
“In Prayer non c'è un senso di finalità. Questo in effetti faceva parte del piano di Lacy per il futuro - le sue composizioni avrebbero dovuto essere costantemente scavate, ripensate, smontate, saccheggiate, riportate in vita. Questo, dunque, non è un omaggio. Ma come da “arrangiamento”, una rinascita.” (John Corbett).