"Cronaca di una morte annunciata". È il titolo di un romanzo capolavoro del premio nobel Gabriel Garcia Marquez. Impegnato politicamente, inviso per la sua amicizia, non senza critiche del colombiano, con Fidel Castro,per questo motivo gli States revocarono il visto d'ingresso nel 1961 glielo ridiede solo Bill Clinton.
L'intestazione spesso viene utilizzata per narrare eventi dall'esito nefasto. Il diciannove luglio è caduto il trentennale della morte di P.Borsellino, già procuratore capo a Marsala,u nitamente alla sua scorta,Catalano,la Loi, Li Muli, Cosina e Traina. 57 giorni prima c'era stata la strage di Capaci che costò la vita a G.Falcone, la moglie Morvillo, Schifani, Dicillo e Montinaro, entrambe a opera di Cosa Nostra.
Paolo dopo la morte di Giovanni continuò a lavorare alla ricerca della verità, seguendo il filone dei rapporti tra politici e piovra, cosciente di avere poco tempo a disposizione e di essere il prossimo bersaglio della mafia,infatti disse che era un"morto che cammina" e a Salvatore suo fratello: “Quando mi uccideranno, sarà stata la mafia a farlo, ma saranno stati altri a volerlo”.
C’era, in quelle affermazioni tutta l'accettazione di un destino che il magistrato siciliano sapeva essere per sé ineluttabile, con la mafia che la faceva da padrona devastando l’intera isola di Sicilia e le istituzioni latitanti, fino al punto dell'abbandono.
Il pensiero di un uomo che riteneva il dovere una cifra della propria esistenza. Dopo tre decenni le istituzioni, famiglia, istituzione e classe politica devono adoperarsi convintamente affinché non si debba più raccontare la "cronaca di una morte annunciata",come per FRANCESE, P.MATTARELLA, COSTA, BASILE, P. LA TORRE, CIACCIO MONTALTO, DALLA CHIESA, CHINNICI, CASSARÀ, IMPOSOSIMATO, P.FAVA, LIVATINO, L. GRASSI, FALCONE, PUGLISI, DIANA e BORSELLINO.
Vittorio Alfieri