A Roma il vertice di centrodestra che riguardava la Sicilia pare proprio che sia finito con un no secco alle elezioni anticipate, Nello Musumeci non si dimetterà e questa non è proprio una sua scelta ma quello cha ha suggerito la leader del suo partito Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Tutti gli alleati della coalizione di controtesta non erano affatto favorevoli ad una election day, avrebbe significato chiudere le liste già adesso, chiedere uno sforzo a tanti ma soprattutto rischiare il doppio, seppure l’onda da cavalcare è quella di centrodestra.
Le dimissioni di Musumeci provocherebbero una ulteriore frizione tra le forze politiche che compongono quell’area e non avrebbe portato a nulla di buono, se non ulteriormente a spaccare quel che rimane del centrodestra siciliano.
Il presidente Musumeci dovrebbe poi essere consapevole che dal vertice romano a volere la sua ricandidatura è solamente la Meloni, contrari sia Silvio Berlusconi che Matteo Salvini.
Si tratta però di dimissioni non del tutto escluse, potrebbero effettivamente maturare se c’è la chiusura su un unico candidato: Musumeci. Ipotesi molto improbabile e remota visto che gli alleati tutti guardano già altrove e sono andati oltre il bis di Musumeci.
Nessuna forzatura sulla Sicilia, la Meloni deve mantenere un equilibrio nazionale con gli alleati, se salta l’election day quasi certamente si voterà il 20 novembre. Un no secco a far convergere nazionali e regionali arriva da Forza Italia e Lega, da UDC e Mpa. Intanto i leader siciliani sono tutti nella capitale da Gianfranco Micciché a Raffaele Lombardo, da Saverio Romano a Nino Minardo.
I partiti dovranno comunque fare i conti con Cateno De Luca, ha iniziato il suo “cammino” da Messina e oggi arriverà a Palermo, alle ore 17.30, a Palazzo d’Orleans.
Giorni infuocati anche per il centrosinistra siciliano, l’alleanza con il M5S è messa a rischio, traballa, ma non è ancora tramontata. La stessa Caterina Chinnici vorrebbe ricucire e anzi allargare il campo progressista.
A ringraziare lo sforzo siciliano è stato direttamente Enrico Letta in apertura della direzione nazionale del partito.
Anche nel Pd trapanese si parla di grande lavoro svolto, a farlo è il segretario dem Domenico Venuti, candidato alle regionali: “Caterina Chinnici vince le primarie e il suo successo rappresenta una grande spinta e una iniezione di fiducia per tutta la comunità del Partito democratico. Anche i dati della provincia di Trapani la vedono davanti agli altri competitor, segno del grande lavoro delle donne e degli uomini del Pd trapanese che, coordinati da Valentina Villabuona, hanno creduto fin da subito in una candidatura di grande spessore spendendosi senza lesinare forze". Lo dice il segretario del Pd della provincia di Trapani, Domenico Venuti, che entrando nel dettaglio dei dati provinciali aggiunge: "Il contributo dato dal Pd trapanese alla candidatura Chinnici è stato importante nel suo complesso, nonostante ci si aspettasse di più, in termini di apporto, da alcuni Comuni, specie da quelli dove amministriamo. Ora inizia il percorso che ci porterà alle elezioni regionali e una candidatura di grande qualità, e con una storia limpida, come quella di Caterina Chinnici può essere un fattore aggregante in grado di coinvolgere tante sensibilità del territorio".