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02/08/2022 07:05:00

"Irregolarità nella gestione della Casa di Riposo di Marsala"

 L’ex commissario della Casa di riposo “Giovanni XXIII” di Marsala Ignazio Genna si è rivolto alla magistratura denunciando presunte irregolarità nella gestione dell’ente di via De Gasperi, da anni agli onori della cronaca soprattutto per il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti, che per questo più volte hanno protestato.

“Sono stato Commissario della IPAB ‘Casa di Riposo Giovanni XXIII’ di Marsala – scrive Ignazio Genna - da aprile 2013 al 31 maggio 2016 (con una breve interruzione di sei mesi, da novembre 2014 ad aprile 2015), sostituito dal successore Commissario Mannone Francesco. Al termine del mio mandato, la Casa di Riposo presentava una situazione finanziaria positiva (disponibilità di cassa depositate presso la Tesoreria e crediti da incassare dalla Prefettura di Trapani e dal Comune di Marsala). Nel corso della gestione successiva, in particolare per gli anni 2016-2017-2018, non risulta che l’Ente abbia prodotto i relativi bilanci di previsione (salvo una sommaria rendicontazione delle spese per il 2018). Ciò nonostante, risulta che l’Ente – tramite l'allora Direttore Coordinatore Segretario dell'IPAB sig.ra Reina Ornella – abbia comunque predisposto per tale periodo mandati di pagamento per oltre € 700.000,00 pur in assenza di bilancio di previsione, documento necessario per consentire all’Ente una legittima capacità di spesa. Sempre al termine del mio incarico, l’Ente si presentava perfettamente efficiente e funzionale, con le necessarie Convenzioni con i vari Enti pienamente attive, così come l’accoglienza di anziani e migranti. Tuttavia, in breve tempo la situazione della Casa di Riposo è cambiata con l’arrivo del nuovo Commissario: in assenza di rinnovo delle Autorizzazioni e delle Convenzioni con i vari Enti, l’IPAB si è trovata nell’impossibilità di operare, funzionare e pagare i propri dipendenti.

Discutibile – e per molti versi immotivata – è stata, al riguardo, la scelta dell’Ente di opporsi, tramite l’Avv. Sergio Bellafiore, ad ogni decreto ingiuntivo ottenuto dai dipendenti per il pagamento delle proprie retribuzioni, opposizioni che hanno visto la Casa di Riposo soccombere sistematicamente, con conseguenti e consistenti spese legali da dover corrispondere sia ai dipendenti, sia all’Avv. Bellafiore. Da qui, l’inizio del declino dell’Ente, che oggi si trova nello stato di abbandono e con l’esposizione debitoria che tutti sappiamo. Anche il sottoscritto è ancora creditore dell’Ente per un importo di quasi € 18.000,00: vani sono stati tutti i tentativi – eseguiti tramite l’Avv. Mauro Barraco - di recuperare tale somma presso la Tesoreria Unicredit della Casa di Riposo, risultata priva di somme da pignorare. Ho, inoltre, appreso da alcuni ex dipendenti della Casa di Riposo che non sarebbero stati versati parte dei contributi previdenziali relativi ai dipendenti. Ho ritenuto necessario segnalare – per il tramite dell’Avv. Francesco Vinci - tutte le superiori circostanze anche all’Autorità Giudiziaria, che ha già provveduto ad aprire un fascicolo e ad ascoltarmi, e che spero proceda celermente con l’accertamento della verità e dopo nove lunghi anni di silenzio e di battaglie legali, è giunto il momento di far conoscere all’opinione pubblica marsalese tutto ciò che è accaduto intorno e in danno della Casa di Riposo Giovanni XXIII, di cui nessuno parla più da troppo tempo. Lo devo alla mia famiglia e ai miei figli, costretti insieme a me a sopportare in questi anni disagi e sofferenze ingiuste. E’ giunto il momento di far emergere la verità e di far valere la giustizia”.