L'identità. In filosofia causa logica che, nella tradizione scolastica, asserisce l’identità di una cosa con sé stessa -"A è A" - ed esclude l’identità con altro -"A non è non A "-È tutto ciò che rende un'entità definibile e riconoscibile, perché possiede un insieme di qualità o di caratteristiche che la fanno essere ciò che è e, per ciò stesso, la distinguono da tutte le altre. È stata nell'agenda politica dello stivale, per poi essere accantonata, con il Ddl Zan quella di genere e si riferisce alla percezione che ogni persona ha di sé e del proprio essere maschio o femmina, può essere diversa da quella sessuale assegnata alla nascita.
Per il filosofo U. Galimberti non è una dote naturale ce la danno gli altri è un riconoscimento sociale. Da bambini la creiamo in due importanti istituzioni, la famiglia e la scuola ed esse in relazione alle inclinazioni d'ognuno, soprattutto la prima, deve porlo in luoghi dove possa essere legittimata. L'humus in cui si cresce contribuisce alla sua definizione. In questi giorni di campagna elettorale il partito che più è accusato di averla persa è senza dubbio il M5S da movimento a partito e le relative correnti, da anti a sistema, da post ad ideologico e gli addii lo hanno confermato, ha dimenticato finanche l'acqua pubblica.
Il PD l'ha smarrita all'inseguimento della terza via liberal socialista, più right che left, di Clinton e Blair, l'accordo con Calenda presuppone un peso importante dell'idea menzionata, l'abbandono dell'attenzione al territorio e al lavoro. La destra nostrana non ha dubbi sulla sembianza, eterofobia solo la comunità disabile ne è esente, nativismo, nazionalismo, avversione del multiculturalismo, il profitto, politica estera in ordine sparso, si professa sociale. Su posizioni più moderate ed europeiste la componente rappresentata da Berlusconi e compagnia. L'identità è anche il titolo di un romanzo di M.Kundera, autore del capolavoro "L'insostenibile leggerezza dell'essere", che si suggerisce come lettura di questo scorcio estivo.
Vittorio Alfieri