Ospedale Covid da oltre due anni. Prestazioni ridotte, reparti chiusi, poi riaperti, poi ridimensionati. Sullo sfondo il cantiere del padiglione Covid ancora aperto. E migliaia di cittadini di Marsala e dintorni che cercano risposte.
“Ridateci l’ospedale” è il grido di quasi ottomila marsalesi che hanno firmato l’appello inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alle istituzioni sanitarie ad ogni livello.
Oltre 7,600 firme, per l’esattezza, per chiedere di riavere il “Paolo Borsellino” funzionante per i pazienti non Covid almeno come prima della pandemia e il completamento anche di una parte del padiglione Covid.
La raccolta firme era stata lanciata diverse settimane fa dall’Associazioene Medico-Chirugica Lilibetana, presieduta dall’ex sindaco Alberto Di Girolamo.
“Una comunità di novantamila abitanti (Marsala-Petrosino) non può continuare a stare senza un ospedale per i pazienti “normali". Quanti cittadini sono morti e continueranno a morire perché spesso non si trova un posto letto negli ospedali della provincia, non solo in quello di Marsala? Quante persone non si sono sottoposte a screening oncologici perché il servizio è stato interrotto o ridotto? Quante persone hanno avuto rinviato un intervento perché le sale operatorie erano e sono chiuse, scusa Covid, e ancora aspettano di essere chiamate? Quante persone non sono riuscite a sottoporsi a visite o accertamenti diagnostici ambulatoriali per la chiusura della maggior parte di questi?” si chiedono i promotori della petizione che hanno consegnato le 7.600 firme al Presidente della Repubblica e alle istituzioni sanitarie.
“Inoltre per circa centocinquantamila abitanti di Marsala, Petrosino e Mazara non c’è un posto letto di rianimazione per pazienti non Covid: fatto gravissimo. Il periodo politico che stiamo attraversando è uno dei peggiori della storia della Repubblica italiana, prima la crisi del governo nazionale e da qualche giorno anche di quello regionale, ma la salute non può aspettare, non ha i tempi della politica” continua la nota.
“Noi continueremo a raccogliere le firme e a farci sentire, fin quando non riavremo il Paolo Borsellino funzionante almeno come prima della pandemia, con servizi e reparti di eccellenza soprattutto di oncologia. Non demorderemo, anche perché stiamo chiedendo solo un diritto previsto dalla Costituzione italiana” aggiunge l’ex sindaco Di Girolamo.
Il tema del ritorno alla normalità, o a una convivenza con il Covid, negli ospedali è centrale nella sanità trapanese. Alcune settimane il direttore sanitario del “Paolo Borsellino”, Gaspare Oddo, in una conferenza stampa all’Asp ha chiarito che a Marsala sarebbero tornate operative tutte le sale operatorie dell’ospedale per un totale di 5 di cui solamente una destinata al Covid e che sarebbe l’attività chirurgica pulita.
Gaspare Oddo ha poi elencato i reparti che sono già attivi: Medicina, Chirurgia, Oculistica, Cardiologia. In quella conferenza stampa c’era l’ex Commissario Paolo Zappalà.
Oggi, il nuovo commissario dell’Asp, Vincenzo Spera, spiega che si è arrivati ad un nuovo modello organizzativo, con la riconversione delle strutture “affinchè tutti i presidi ospedalieri ricevano anche i pazienti positivi al Covid, per liberare gli ospedali Covid”, come, appunto il Paolo Borsellino di Marsala. Sono le cosiddette “nuvole” o “bolle”, cioè moduli nei reparti in cui verranno curati i pazienti che arrivano in ospedale per altre patologie ma sono positivi al Covid.
Per quanto riguarda l’ospedale di Marsala, Spera, chiarisce che è già in atto la rimodulazione, anche se ci sarà una “nuova normalità” gradualmente. “Il ‘Paolo Borsellino’ ha il maggior numero di pazienti Covid, e non gestirà solo loro, ma tutte le altre persone con altre patologie. Il tutto in maniera graduale, stiamo andando a realizzare le cosiddette bolle”. Rispetto al periodo pre-covid, spiega Spera, che si è insediato da poco all’Asp trapanese, non sono operativi Chirurgia Plastica e ortopedia, trasferiti a Castelvetrano, e Urologia, trasferita a Mazara del Vallo. “Ma l’attività ambulatoriale è garantita”.
Un ospedale, quello di Marsala, che ha pagato più di tutti il conto della pandemia. Proprio per questo era utile finire in fretta il Padiglione Covid. Le promesse sono state tante, i bluff e le marce indietro anche. Adesso mancano i soldi per completare l’opera. E il rischio è quello di avere nel peggiore dei casi un’incompiuta, se da Roma non dovessero sbloccare i fondi.