A Marsala c’è un quartiere fantasma, si trova in via Antonio Messina e Carmelo Orlando, vicino al quartiere Sappusi. Non c’è nulla da temere, non si vedono ombre di giorno né ectoplasmi di notte, ma i fantasmi veri, i “cittadini invisibili”, quelli in carne ed ossa, sono i componenti dei circa 200 nuclei familiari che vi abitano e che sono perfettamente “sconosciuti” al Comune di Marsala.
Il signor Angelo D’Agostino, che vive tra Roma e Marsala, ha comprato e riscattato la sua abitazione dai suoceri nel 2006, da allora è iniziata la sua battaglia, assieme ad altri abitanti del quartiere per cercare di avere quelli che sono i diritti e i servizi di tutti i cittadini che pagano le tasse.
“Per il comune di Marsala siamo inesistenti, invisibili - ci dice il signor D’Agostino -. Siamo esclusi da tutti i servizi, siamo buoni solo per pagare le tasse, come quella sui rifiuti o l’Imu, ma per il resto nulla. Da 70 anni, gli abitanti di queste case popolari sono abbandonati. Si sono dimenticati qualche “piccolo” particolare: manca l’asfalto nelle strade, manca l’illuminazione, non si effettua la pulizia delle strade e non si ha cura del decoro urbano. Sono stato per l’ennesima volta al Comune per chiedere informazioni, ho presentato domande negli ultimi venti anni innumerevoli volte, anche stavolta mi è stato detto dall’impiegato dell’ufficio Patrimonio che le nostre case non si trovano nelle mappe comunali, quell’area, insomma, non è mappata e che, se vogliamo la strada asfalta e l’illuminazione, dobbiamo pensarci noi, come privati cittadini. Chiediamo semplicemente i nostri diritti di cittadini, non chiediamo altro, strada sistemata, la luce e il giusto decoro”.
Le foto della zona che potete vedere allegate all'articolo, sono eloquenti: le strade sono senza asfalto, non ci sono pali della luce e questi cittadini chiedono quelli che sono, semplicemente, i loro diritti in una comunità civile. Com’è possibile che nel 2022 nessuno abbia mai ascoltato il signor D’Agostino e gli altri abitanti? Può, un fatto burocratico, probabilmente legato al fatto che negli anni 50, quando sono state realizzate le palazzine popolari, non c’era l’obbligo di registrazione al catasto, continuare ad impedire a questi cittadini di avere i servizi essenziali come tutti gli altri, visto che sono in regola di tutto, pagano le tasse e le utenze normalmente.
Il signor D’Agostino ha chiesto informazioni anche allo Iacp di Trapani che ha risposto: "dopo trent’anni dalla realizzazione la competenza passa al Comune". Gli uffici del Comune, però, non sanno far altro che scaricare la responsabilità alla mancata mappatura, ma non sono propositivi di alcuna soluzione, dicono soltanto che non possono farci nulla, come nulla è la risposta, fino a questo momento, quella che attende il signor Angelo D’Agostino che lo scorso 13 luglio ha inviato una Pec al sindaco Massimo Grillo e per conoscenza all’assessore al Patrimonio Tumbarello e ai dirigenti di settore Giacalone e Mezzapelle. Sarà perché eravamo in piena estate, magari ora che siamo verso la fine, forse arriverà una risposta….