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24/08/2022 16:38:00

Un siciliano si becca contemporaneamente Covid, Vaiolo delle Scimmie e Hiv

 Un siciliano di 36 anni ha contratto contemporaneamente il Covid, il Vaiolo delle scimmie e l'Hiv . L’incredibile caso, il primo mai rilevato in letteratura, ha riguardato un uomo reduce da un soggiorno a Madrid nei giorni compresi tra il 16 e il 20 giugno e rientrato poi a Catania. 

A descrivere il caso, nei suoi curiosi dettagli, sono stati i ricercatori dell'Università e del Policlinico Rodolico - San Marco di Catania, insieme ai colleghi del policlinico Giaccone di Palermo, in un articolo apparso sulla rivista scientifica “Journal of Infection”.


Gli esperti, raccontando il caso, hanno spiegato che l'uomo ha sviluppato febbre, mal di gola e mal di testa, fatica e un'infiammazione della zona inguinale dopo 9 giorni dal suo rientro da un viaggio in Spagna, dove ha riferito di aver avuto rapporti sessuali non protetti con alcuni uomini.

Tre giorni dopo i sintomi, il 36enne è risultato positivo al Covid-19, virus che aveva già contratto a gennaio qualche settimana dopo la somministrazione del vaccino.

Dopo non molto tempo un rush cutaneo si è manifestato sul suo braccio sinistro per poi diffondersi rapidamente su tutto il resto del corpo. E, a questo punto, l’uomo ha deciso di recarsi presso il pronto soccorso dell'ospedale di Catania. Qui i test hanno confermato la positività al Covid, ma hanno anche segnalato quella al “Monkeypox” (il vaiolo delle scimmie) e all’Hiv, contratto di recente visto l'esito negativo dello stesso test eseguito meno di un anno prima.

Il paziente che, come riportato dai medici siciliani, soffriva di disturbo bipolare tanto da assumere regolarmente farmaci per questo motivo, è stato dimesso dall'ospedale catanese dopo circa una settimana, negativo al Covid-19 e al vaiolo delle scimmie che gli ha lasciato solo una piccola cicatrice.

“Il nostro caso sottolinea che i rapporti sessuali potrebbero essere la modalità di trasmissione predominante” soprattutto considerando il vaiolo delle scimmie, hanno spiegato i ricercatori. Sottolineando come “il tampone orofaringeo del vaiolo delle scimmie fosse ancora positivo dopo 20 giorni”. Ciò, hanno detto gli esperti, può suggerire che questi pazienti potrebbero essere ancora contagiosi per diversi giorni dopo la remissione clinica. Per questo occorrerebbe “incoraggiare l'adozione di precauzioni appropriate”.

“Dal momento che questo è l'unico caso segnalato di coinfezione da virus del vaiolo delle scimmie, Sars-CoV-2 e Hiv, non ci sono ancora prove sufficienti a sostegno del fatto che questa combinazione possa aggravare le condizioni del paziente”, hanno ribadito gli esperti. Però, hanno concluso i ricercatori, “data l'attuale pandemia di Covid-19 e l'aumento quotidiano dei casi di vaiolo delle scimmie, i sistemi sanitari devono essere consapevoli di questa possibilità”.