Mancanza di acqua nelle celle, condizioni igieniche precarie e presenza di topi e scarafaggi. E’ questa la situazione riscontrata durante l’ispezione per la verifica dei diritti della popolazione carceraria nelle carceri di Trapani organizzata dal Partito Radicale e dal DAP che ha concesso l’autorizzazione alla visite che si sono tenute il 16 e il 17 agosto nelle carceri di Trapani e di Castelvetrano (ne abbiamo parlato qui).
“Le condizioni delle carceri di Trapani sono di assoluta illegalità”, sono queste le parole del presidente della Fondazione “Giuseppe Gulotta”, Baldassare Lauria che annuncia a breve una relazione/denuncia alla procura della Repubblica ma anche alle autorità sanitarie per le condizioni di assoluta invivibilità.
“C’è stato assicurato – dice Lauria - che per due volte al giorno l’acqua arriva, ma noi non l’abbiamo vista. C’è poi un grosso deficit di quelle attività che servono a rieducare i detenuti, che hanno manifestato uno stato di abbandono da parte dell’istituzione carceraria, che non assicura i servizi di psicologia, psichiatria e di offerta didattica. In molte celle poi c’è sovraffollamento, molte sono destinate ad una sola persona e spesso occupate da due o tre persone”.
Per quanto riguarda le carceri di Castelvetrano c’è, invece, una situazione diversa, ospita 57 detenuti e le condizioni non sono critiche come a Trapani che ha, invece, 457 detenuti, che, nonostante la professionalità della polizia penitenziaria, ma con la carenza dell’organico e la mancanza di servizi non consente che ci sia quella funzione rieducativa dell'istituzione. Della situazione nelle carceri trapanesi ne abbiamo parlato con l’avvocato Baldassare Lauria della Fondazione Gulotta:
La commissione ha certificato la correttezza della polizia penitenziaria. La Uila: "Ora basta denigrare la Polizia Penitenziaria; in Sicilia 600mila euro di danni" - E riguardo alla vita nelle carceri e in particolare alle rivolte avvenute nel 2020, si è conclusa l’ispezione della commissione che doveva accertare eventuali irregolarità o illegittimità commesse nel ristabilire l’ordine che ha certificato le corrette procedure della polizia penitenziaria. “Non avevano dubbi, ma con questa relazione è stata acclarata la certezza che la Polizia Penitenziaria ha operato nella piena legittimità e legalità come sempre”, così commenta Gioacchino Veneziano Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia la relazione finale della Commissione ispettiva voluta dall'ex Capo del DAP Presidente Dino Petralia e dal suo Vice Consigliere Roberto Tartaglia, incaricata di fare luce sulle rivolte nelle carceri del 2020, che aveva il compito di indagare anche su eventuali condotte irregolari o illegittime poste in essere dalla Polizia Penitenziaria per ristabilire l’ordine e la sicurezza nelle carceri siciliane.
“A parte i danni di oltre €.600.000 causati dai rivoltosi in Sicilia che pagheranno i contribuenti - dichiara il segretario dalla UILPA Polizia Penitenziaria Siciliana - la commissione ha acclarato la correttezza della Polizia Penitenziaria nel gestire eventi drammatici, per cercare di evitare il peggio e per stabilire l'ordine e la sicurezza negli istituti penitenziari oggetto di rivolta, accertando pure che al personale di Polizia mancava una formazione specifica, ovvero di appositi protocolli operativi uniti ad equipaggiamenti idonee a fronteggiare siffatte azioni di guerriglia”.
“Insomma - chiosano dal sindacato di settore della Polizia penitenziaria Siciliana - in un scenario di guerra di difficilissima gestione operativa, la Polizia Penitenziaria ha dimostrato anche in occasione di eventi eccezionali come le rivolte, coraggio, alto senso del dovere, responsabilità, rispettando leggi e la integrità personale e dei detenuti affidatati”.
“Come lavoratori prima e poi da sindacalisti - conclude Gioacchino Veneziano - ringraziamo Presidente dott. Sergio