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16/09/2022 14:14:00

Strage di Alcamo Marina, Morra: "Si potrebbe riaprire il caso"

 Potrebbero essere riaperte le indagini sulla Strage di Alcamo Marina, dove il 27 gennaio del 1976 fuorno trucidati i due carabinieri in servizio nella piccola casermetta, Salvatore Falcetta e il collega Carmine Apuzzo.  Lo ha detto Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, alla presentazione delle conclusioni della commissione. 

"Su Alcamo Marina, se si vorrà, verranno fuori cose divertenti - afferma Morra - a nostro avviso la magistratura potrebbe riaprire il caso e la prossima commissione parlamentare di inchiesta, sempre che venga istituita, potrebbe ragionare su dinamiche che hanno generato fatti inquietanti tra Trapani e Palermo, si rinvia a Stay behind, a Gladio e quindi a una storia che vede la criminalità organizzata dialogare con stati al plurale".

"Parte della relazione su Alcamo - ha aggiunto Morra sulla vicenda di Alcamo Marina, dove un confidente della polizia avrebbe dato indicazioni sulla possibilità che il duplice omicidio di due carabinieri della locale caserma dell’Arma, sia stata un’operazione militare, un’operazione di Gladio - è oggetto di secretazione, non posso pregiudicare eventuali possibili attività dell’autorità giudiziaria".

Per anni, accusati e condannati, quali esecutori materiali della strage, sono stati l'alcamese Giuseppe Gulotta (qui la sua storia) e i suoi amici Gaetano Santangelo, Vincenzo Ferrantelli e Giovanni Mandalà, accusati in un primo momento da Giuseppe Vesco, arrestato qualche giorno prima e morto in carcere per impiccagione nella sua cella, nell’ottobre del 1976, nel carcere di San Giuliano di Trapani, dopo aver ritrattato tutto e detto più volte che quelle confessioni erano state estorte dai carabinieri con le torture. La versione ufficiale era di suicidio, anche se la circostanza rimase misteriosa visto che Vesco aveva una mano amputata.

Nel 2008 il rimorso di coscienza dell’ex brigadiere Renato Olino, presente la notte dell’arresto, lo porta a raccontare che le confessioni di Giuseppe Vesco, Gulotta e gli altri arrestati erano state estorte con la tortura; nel 2008 la Procura di Trapani ha aperto due inchieste. Una sulla morte dei due militari, l’altra su quattro carabinieri accusati di sequestro di persona e lesioni gravissime: sono Giuseppe Scibilia, Elio Di Bona, Giovanni Provenzano e Fiorino Pignatella. Olino ha dichiarato ai giudici del Tribunale di Trapani che quei ragazzi con l'eccidio non c'entravano nulla e che le loro confessioni sono state estorte con violenze terribili.