Non è la prima volta che nei giorni precedenti le elezioni vengano strappati dei manifesti elettorali.
Ma qui c’è qualcosa di più, perché sembra che qualcuno ce l’abbia proprio con una lista e con un candidato in particolare.
Ne avevamo già parlato qualche giorno fa, quando Unione Popolare di Trapani aveva denunciato che i manifesti elettorali della propria candidata al Senato, Susanna Caracci, erano stati strappati.
“Un atto vile condotto con il favore delle tenebre non ci fermerà”, aveva affermato in un comunicato stampa il movimento di Luigi De Magistris.
La vicenda però ha avuto un seguito che lascia pensare che questo qualcuno, come si diceva, ce l’avesse proprio con la Caracci. Partiamo dall’inizio.
I primi manifesti vengono fatti sparire il 17 settembre, in due spazi murali destinati alle affissioni di questa campagna elettorale: quello di viale Roma e quello di via Giorgio Santangelo (che poi diventa via Tagliata). Attenzione però: non semplicemente strappati, ma fatti sparire, portandoseli via, senza lasciare tracce di carta a terra.
Nella seconda area murale, la candidata castelvetranese era l’unica ad aver occupato il proprio spazio (al numero 6), tutti gli altri erano ancora vuoti. Prima di mezzogiorno i suoi manifesti vengono fatti sparire sia in viale Roma che in via Santangelo.
Nel pomeriggio, sul muro di via Santangelo (tornato libero), compare una scritta con lo spray nero, che attraversa gli spazi dal 2 al 9: “VOTATE IL NORD VERA’ IL NORD E MORITE DE FAME”.
Verso sera, Susanna Caracci attacca un altro manifesto nello stesso posto, a coprire parte della scritta, limitatamente al suo numero 6. Ma l’indomani mattina (il 18 settembre) sparisce anche quello e la scritta torna leggibile per intero. Anche in questo caso, niente tracce di carta a terra.
A questo punto, la sera, la Caracci ne attacca quattro, parzialmente sovrapposti ma entro il proprio spazio: oltre a quello suo, ne incolla anche due del proprio movimento ed uno della candidata Piera Aiello.
Ma intorno alle 22,30, girando l’angolo in macchina, si accorge di un tizio che si allontana furtivamente da quel muro, mentre i propri manifesti, già staccati, erano ancora a terra. Gli urla qualcosa ma il tizio scappa, dileguandosi verso la piazza della stazione ferroviaria.
La mattina successiva compare una scritta simile, stessa mano, proprio sul muro di fronte l’abitazione della candidata: “NORD CI FARETE MORIRIRE DE FAME” e di fianco “W 5 (segue il simbolo della stella ripetuta 5 volte)”.
Una scritta che fino alle 8,30, sostiene la candidata di Unione Popolare, non c’era ancora. Quindi fatta in pieno giorno, fotografata anche da Marco Campagna del Pd, che si trovava a passare da lì e che ha pubblicato sui social, insieme alla foto della bomboletta (forse ormai vuota) che il tizio ha lasciato a terra.
A ciò deve aggiungersi che nei giorni scorsi, diversi piccoli volantini elettorali erano stati presi da sotto i tergicristalli delle macchine in sosta, strappati e buttati sotto la porta di casa della Caracci.
Piera Aiello, il 17 settembre, dalla sua pagina facebook aveva commentato così:
“Nella notte i manifesti di #UnionePopolare che abbiamo affisso a Castelvetrano sono scomparsi, sarà un caso che a Castelvetrano, paese che ha dato i natali a Matteo Messina Denaro, dove siamo andati a parlare di lotta alla criminalità organizzata, unico partito che parla di mafia ed il suo contrasto, siano stati tolti? Inoltre abbiamo fatto volantinaggio e i volantini li hanno strappati e buttati davanti la porta di casa della nostra candidata Susanna Caracci! Ma noi non ci arrendiamo li rimettiamo e faremo ancora volantinaggio! Non abbiamo paura! A voi le considerazioni.”
Una considerazione noi ce l’avremmo. Che questo tizio, o questi tizi, non abbiano agito nella legalità è chiarissimo. Ma viene davvero difficile pensare che in questa strana vicenda abbia avuto un qualche ruolo, anche indiretto, Cosa nostra o Messina Denaro.
Una cosa è certa, nonostante la comprensibile preoccupazione, Susanna Caracci non è il tipo che si lascia intimidire facilmente. Ha fatto la sua denuncia alle forze dell’ordine e ogni volta provvede personalmente a riattaccare i suoi manifesti.
Egidio Morici