Il 26 settembre di 34 anni fa la mafia uccideva a Lenzi, frazione di Valderice, Mauro Rostagno, il giornalista e sociologo torinese. Quando è stato ucciso, Mauro aveva quarantasei anni e già tante vite alle spalle.
L’ultima parte della sua vita a Trapani, dove arrivò dopo essere stato leader con Renato Curcio del ’68 a Trento, dove da Torino si era trasferito per frequentare la nuova facoltà di sociologia. Fondatore di Lotta Continua con Adriano Sofri, animatore del famoso centro culturale milanese, Macondo, punto di ritrovo di molti delusi dalla politica. Poi la scoperta delle filosofie orientali, il viaggio in India con la compagna, Chicca Roveri, la figlia Maddalena e l’amico Francesco Cardella. Infine l’ultimo approdo in Sicilia, a Lenzi, in provincia di Trapani, per dar vita a una comunità di arancioni, la Saman, che trasforma in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti.
Il suo impegno giornalistico e di denuncia - Presso l'emittente televisiva “RTC” si riaccende la sua grande passione per il giornalismo. Rostagno inizia a denunciare le collusioni tra la mafia e la politica locale. La sua trasmissione segue tutte le udienze del processo per l’omicidio del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, nel quale erano imputati i boss mafiosi Nitto Santapaola e Mariano Agate. Ma quanto di queste trame oscure aveva intuito Mauro Rostagno? E’ stato vittima di un omicidio preventivo per quello che di lì a poco si apprestava a rivelare? Che cosa conteneva la videocassetta con la scritta “Non toccare” che conservava sulla scrivania e che dopo la sua morte è scomparsa? Di sicuro, sono in molti a testimoniarlo, negli ultimi mesi della sua vita aveva scoperto qualcosa di molto importante.
Le iniziative - L'associazione "Ciao Mauro", in collaborazione con "Libera contro le mafie" e "Associazione 21", organizza due giornate di iniziative. Oggi alle 11 si terrà una cerimonia laica al cimitero di contrada Ragosia. Seguiranno "note di legalità" a cura dell'orchestra dell'istituto Dante Alighieri di Valderice e letture tratte da "Penelope - l'attesa" e il "Cantico delle creature". Venerdì 30 settembre, alle 11, i ragazzi delle scuole, insieme ai rappresentanti istituzionali, ricorderanno Rostagno nel luogo dell'omicidio. A novembre, invece, si terrà la premiazione del concorso teatrale dedicato a Mauro Rostagno promosso dall'Accademia popolare dell'antimafia e dei diritti.
"Ciao Mauro" - "Ciao Mauro" quest'anno è dedicato al tema della pace, tema caro al giovane Mauro e alla sua generazione, dal Vietnam alle tante guerre coloniali del tempo. La visione di quei tempi, rappresentava l’idea sul mondo e sul vivere insieme e in pace che Mauro ha perseguito e difeso per tutta la sua vita, anzi in tutte le sue molteplici e affascinanti vite. "Non possiamo non soffermarci, infine, sulla mafia - scrivono gli organizzatori - nel nostro territorio ancora determinante, benché silente, insabbiata, sotto traccia. E lo facciamo dopo aver vissuto una intensa campagna elettorale in cui il tema è stato sottaciuto, mentre politici compromessi con la mafia, e condannati con sentenze definitive, tornavano a far sentire la propria voce e il proprio peso politico. Tutto questo, mentre l’antimafia che ha costituito il nerbo della rivolta sociale dopo le stragi del ’92 appare avvitata su se stessa, se non al centro di indagini giudiziarie infamanti, tanto da convincere che essa debba essere radicalmente ripensata. Su questi temi e con queste riflessioni, ricordiamo Mauro sulla collina, tenendo a mente la frase di Pippo Fava: “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?”.
Qui l'ultimo telegiornale condotto da Mauro Rostagno il giorno stesso della sua uccisione. Il giornalista diede notizia dell'agguato mafioso in cui erano caduti il giorno prima, il presidente della Corte d'Appello di Palermo Antonino Saetta e il figlio: