Perché a Campobello di Mazara quest’anno si è formato un nuovo insediamento abusivo di migranti stagionali? E perché proprio di fronte al campo di Fontane d’Oro regolato dalla Croce Rossa Italiana? C’è forse un maggior numero di migranti per raccogliere le olive tra Campobello e Castelvetrano? No, i braccianti sono più o meno gli stessi dell’anno scorso.
Ci sono allora meno moduli abitativi all’interno del campo gestito dalla Croce Rossa? Nemmeno, anzi tra pochi giorni saranno 102, il doppio rispetto al 2021.
In realtà, l’avvio al nuovo insediamento abusivo dall’altra parte della strada è stato dato dai “ristoranti”, ovvero dal gruppo di migranti che si occupa del vitto per il campo, che quest’anno non ha avuto accesso a Fontane d’Oro, per ordine della prefettura. Anche perché non ci sarebbe stato comunque posto, visto che 25 moduli abitativi erano già stati installati ad agosto ed altri 25 a settembre. Per loro, l’unica soluzione è stata quella di impiantare la ristorazione all’esterno, nelle immediate vicinanze. Poi, dal momento che i 50 moduli abitativi, si sono riempiti con circa 300 persone, gli altri migranti sono stati costretti a rimanere fuori ad aspettare l’arrivo delle altre 50 casette. Nell’attesa, si sono accampati vicino ai “ristoranti”, per il tempo necessario all’installazione degli altri moduli, che nasceranno grazie all’autorizzazione già fornita da parte dello Sprar che ha in uso gli spazi.
L’anno scorso le cose sono andate diversamente. L’incendio nell’ex cementificio “Calcestruzzi-Selinunte”, al confine tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, avvenuto il 30 settembre 2021(in cui morì Omar Baldeh), aveva portato diversi braccianti a trasferirsi presso Fontane d’Oro. Ancor prima che arrivassero i moduli abitativi dell’UNHCR, erano già nati i “ristoranti”, le cucine e la macellazione per la carne. Alla fine, per questioni di ordine pubblico, si decise di tollerare la ristorazione, convincendo nello stesso tempo i braccianti accampati con tende di fortuna a scegliere le casette, via via tirate su dalla Croce Rossa in zone distanti dai punti fuoco.
Quest’anno, come si diceva, le casette sono arrivate prima.
Ma attenzione, c’è un numero molto alto di lavoratori accampati nell’insediamento abusivo di fronte, che aspettano soltanto di trasferirsi nelle casette aggiuntive di Fontane d’Oro. La situazione è dunque temporanea, giusto il tempo che vengano sistemati i letti ed il necessario.
La possibilità che si possa formare un altro ghetto come quello dell’ex cementificio è quindi molto bassa. Ma si è assistito ad una presa di posizione da parte di partiti e movimenti politici locali, come se questa volta l’offerta alloggiativa fosse stata più bassa. Invece è stata il doppio. Ovviamente con fuochi e cavi elettrici volanti vietati dalla prefettura.
Ma “Diventerà Bellissima” ha parlato di una “nuova vergogna” e del rischio che in questo nuovo accampamento possano verificarsi “episodi di spaccio di droga, prostituzione e caporalato tra gli stessi occupanti”, con tanto di richiesta a prefettura, questura e ministero dell’Interno di intervenire “per evitare ulteriori problematiche alla cittadinanza, sia di carattere economico che igienico-sanitario”.
Daniele Mangiaracina di “Sicilia Vera – Sud Chiama Nord” ha invece scritto testualmente: “Una situazione gravissima, che rischia di travolgere del tutto la comunità Campobellese facendola sprofondare nel baratro della violenza, della droga e della prostituzione”, chiedendo perfino le dimissioni del sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione.
Infine il circolo del Partito Democratico ha chiesto al ministero dell’Interno e alla prefettura di supportare i comuni con “una maggiore e più efficace azione di coordinamento da promuovere con le realtà di volontariato e associazionismo coinvolte nell’accoglienza nei vari territori”. Oltre alla pianificazione dell’ospitalità “attraverso un’accoglienza diffusa sul territorio, considerato che la manovalanza presente nel campo delle Erbe Bianche viene utilizzata nell’intero territorio belicino”.
Una buona soluzione potrebbe arrivare da due progetti di accoglienza presentati dai comuni di Campobello e Castelvetrano per un valore complessivo di circa 600 mila euro. Campi che potrebbero essere pronti già dal prossimo anno.
Egidio Morici