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19/10/2022 10:40:00

Demolizioni non eseguite. Assolto in appello Patti, l'ex dirigente del Comune di Marsala 

“Il fatto non sussiste”. E’ quanto ha sentenziato la prima sezione penale della Corte d’appello di Palermo (presidente Adriana Piras) ribaltando, con l’assoluzione di tutti gli imputati, la sentenza che il 22 luglio 2020, in Tribunale, a Marsala, presidente Lorenzo Chiaramonte, aveva visto condannato a due anni e mezzo di carcere, per abuso d’ufficio, l’ingegnere Francesco Patti, ex dirigente, in pensione, del settore Pianificazione territoriale del Comune di Marsala, accusato di non avere emesso ordinanza di demolizione per alcune opere “abusive”, per le quali c’era stato un “diniego di sanatoria”, realizzate in un’abitazione di proprietà di Manfredo Natale Spadaro.

Quest’ultimo, marito di un magistrato, venne assolto, insieme al suo tecnico, l’architetto Andrea Pellegrino, dall’accusa di falso ideologico, ma condannato per abuso edilizio a 8 mesi di arresto, nonché ad un’ammenda di 45 mila euro. Condannato per falso ideologico, in primo grado, anche un altro tecnico del Comune di Marsala, Vito Angileri.

Per lui un anno e mezzo di reclusione con pena sospesa. Furono, invece, assolti altri sette tecnici dello stesso Comune accusati di abuso d’ufficio. Il caso è relativo ad alcuni lavori effettuati in un’abitazione a due piani di via Trieste, alla periferia di Marsala, di proprietà dello Spadaro, che un paio di settimane fa ha avviato, come ordinato dal Cga, la demolizione delle parti ritenute abusive. “La formula assolutoria ‘perché il fatto non sussiste’ -hanno dichiarato gli avvocati Paolo Paladino, difensore di Spadaro, e Giuseppe Cavasino, difensore di Patti - sancisce il rispetto delle norme edilizie da parte del dott. Spadaro e la totale legittimità dell’operato dell’ing. Patti e di tutti tecnici del Comune di Marsala che coerentemente hanno da sempre dato una interpretazione univoca al concetto di precarietà. La sentenza - continua l’avvocato Giuseppe Cavasino - ha restituito all’ing. Patti quella tranquillità cui ha certamente diritto oggi che è in quiescenza dopo decenni di onorato servizio al Comune di Marsala. L’ing. Patti aveva anticipato la richiesta di pensionamento amareggiato da questa vicenda giudiziaria. La Corte d’appello ha riformato la sentenza del Tribunale di Marsala che, aderendo alla interpretazione del consulente del Pm, aveva ritenuto illegittime le chiusure di verande con strutture precarie operate dallo Spadaro, condannando lo stesso per costruzione abusiva ed i due tecnici del Comune per abuso d’ufficio (323 cp) nonostante il criterio univoco seguito dal Comune di Marsala per centinaia di pratiche simili. Il tutto giostrava sul concetto di precarietà della chiusura richiesto dall’art. 20 della legge regionale siciliana n. 4 del 2003. La Giunta regionale siciliana con deliberazione 223 del 20 aprile 2022 ha approvato il ‘Regolamento Edilizio Tipo Unico’ per la regione siciliana al fine di uniformare in tutto il territorio regionale i regolamenti edilizi. All’art. 95 di tale regolamento vengono compiutamente descritte le tettoie e le verande e le modalità di costruzione delle stesse”. Proprio un mese fa, il Consiglio di Giustizia amministrativa ha posto un punto fermo nella vicenda. Almeno sul piano amministrativo. Respingendo, infatti, il ricorso di Spadaro, il Cga ha disposto che le parti ritenute abusive devono essere demolite. Il Cga ha confermato quanto già deciso dal Tar sui sottotetti trasformati in unità abitative, sulla realizzazione di una sopraelevazione e ampliamento dell’abitazione mediante chiusura di un’ampia terrazza. E pertanto, di conseguenza, è stato disposto l’annullamento di tutti gli “illegittimi” titoli edilizi. Lo scorso 16 marzo, il Comune di Marsala aveva emesso una terza ordinanza di demolizione (a firma dell’ingegner Pier Benedetto Daniele Mezzapelle) a seguito della formale diffida inviata l’1 dicembre 2021 dall’avvocato Valentina Scarrone, la vicina di casa dalle cui denunce è scaturito il processo penale.