Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/10/2022 06:00:00

  A chi giovano i disservizi dell’ospedale mazarese?

Ieri abbiamo continuato a raccontare l’assurda vicenda dell’angiografo ‘migrante’, come lo abbiamo ribattezzato, da alcuni mesi, noi di T24.it.

Oggi continuiamo un’altra triste puntata per sottolineare come, troppo spesso, la storia della sanità in Sicilia si ripeta ciclicamente, non per erogare servizi migliori ai cittadini che pagano le tasse, ma quasi esclusivamente per ripetuti “assalti alla diligenza” da parte della politica più becera, sia di governo che di opposizione. Così infatti, la Commissione regionale antimafia aveva definito la Sanità regionale siciliana, appena pochi mesi or sono, nel suo report sull’apparato sanitario isolano: giochi di bottega di bassissimo livello, sulla pelle dei malcapitati cittadini.


Ieri avevamo mostrato la foto dell’epifania! Non quella che si celebra il 6 gennaio, ma nel significato letterale: apparizione, manifestazione. E, alla fine, dopo tanto attendere, è apparso: l’ormai tristemente famoso angiografo ‘migrante’. La conferma del suo arrivo ci è stato dato, nei giorni scorsi, da alcune nostre fonti anonime, in concomitanza con un altro degli eventi infausti che, sempre più spesso, si ripetono all’interno di qualche reparto dell’ospedale mazarese Abele Ajello. Un disservizio che è stato denunciato dalla lettera di una cittadina, inviata alcuni giorni or sono, in quanto testimone oculare della disfatta di questo pezzo di sanità siciliana. Ecco la missiva di metà settembre scorso.


LA LETTERA DI UNA FAMILIARE
– “Gentili Giornalisti, scrivo una lettera aperta sperando che venga pubblicata da tutti gli organi di stampa. Sono la figlia di un paziente che attualmente si trova ricoverato presso la Cardiologia di Mazara del Vallo poiché deve mettere un pacemaker. L’impianto era previsto per oggi pomeriggio ed era stato organizzato con difficoltà perché il medico che doveva fare l’impianto aveva fatto la notte precedente e pur di eseguire la procedura era tornato nel primo pomeriggio. Mio padre era stato regolarmente accompagnato in sala operatoria e chiaramente l’impatto emotivo era stato forte sia per lui che per la mia famiglia, la tensione di subire un intervento è sempre elevata. Medici, infermieri e OSS lo avevano incoraggiato e assistito e quindi era entrato in sala operaria più sereno. Purtroppo, nonostante i ripetuti tentativi di avviare l’apparecchio radiologico, questo non si è mai attivato. Il medico mi ha spiegato che è un problema che purtroppo si è presentato altre volte e che ha costretto a interrompere le procedure. Mi è sembrato assurdo che essendosi verificato più volte un guasto nessuno avesse risolto il problema. Mi è stato risposto che, già da molti anni, avevano inoltrato numerose richieste di intervento urgenti e di sostituzione dell’apparecchio con uno nuovo, ma che purtroppo la situazione non era cambiata. Ovviamente in seguito a quanto avvenuto, io, mio padre e anche i miei familiari abbiamo subito un forte stress emotivo, anche se mi hanno spiegato che mio padre per fortuna non era in pericolo di vita e che questo intervento si poteva fare a risoluzione del problema dell’apparecchio radiologico. Mi domando: come è possibile che una struttura così all’avanguardia e costata così tanti soldi con medici così dediti al lavoro venga penalizzata in questa maniera? Come è possibile che un cittadino debba subire uno stress emotivo senza alcuna causa? Se realmente più volte è successo che si sia bloccata la macchina in questione (che mi dicono essere indispensabile per eseguire l’intervento) perché nessuno ha mai provveduto in questi anni a risolvere il problema? L’unica cosa positiva è che mio padre non si trova in pericolo di vita… Non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedere se il guasto si fosse verificato nel corso di una emergenza. Ringrazio tutto il personale della Cardiologia di Mazara per il supporto emotivo che ci offre e ribadisco con fermezza che qualcuno DEVE risolvere il problema”.


“VOGLIONO PRENDERCI PER SFINIMENTO” – Continuando la nostra intervista esclusiva alle nostri fonti anonime abbiamo osto altre domande. Un sindacato che perori questa causa non c’è? “Vogliono prenderci per sfinimento – prosegue uno degli anonimi –. Si sono interessati, ma qui le cose sono complicate perché i vertici fanno strategie che sono troppo raffinate da comprendere per loro. Insomma li hanno presi spesso in giro”. Ed i ‘rappresentanti’ politici mazaresi: Tancredi, Martingiglio, Scilla e compagnia varia (nessuno dei quali, peraltro, è stato riconfermato né alle elezioni politiche, né alle regionali) come si sono mossi? “Tancredi ­– risponde la fonte – è troppo vicino a Castelvetrano; la Martinciglio si è fatta vedere una volta”. Su Scilla non c’è risposta. Il Sindaco? Boooh?” E quali saranno gli interessi dei nuovi politici emergenti? “Le becere manovre politiche – commenta la fonte – poco hanno a che fare con la mission di una azienda (l’Asp di Trapani n. d. a.) che dovrebbe essere quella di salvaguardare la salute dei cittadini”.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo
www.instagram.com/alessandroaccardopalumbo
Twitter: @AleAccardoP