Bianco è il colore del dolore. Il dolore di Tony Pipitone, che ha perso una figlia, rapita a Mazara del Vallo, nel 2004, e ha perso tutto. Perchè Toni Pipitone, qualche giorno dopo, seppe dalla moglie di allora, Piera Maggio, che Denise, che portava il suo cognome, Denise, che dormiva la sera con lui, quando faceva ritorno a casa, Denise, che era la sua vita, non era in realtà figlia sua. Ma di un altro uomo: Piero Pulizzi.
La bambina sparita è nata da una relazione tra Piera Maggio e Piero Pulizzi, ma questo si seppe soltanto dopo il sequestro. "Il signor Pipitone - sottolinea, però, il suo legale di parte civile, l'avvocato Luisa Calamia - rimane comunque legalmente a tutti gli effetti il padre di Denise. Non è stato, infatti, mai effettuato un disconoscimento di paternità".
Il resto della storia è nota, soprattutto ai tanti cultori di una vicenda che in questi anni ha appassionato l'Italia e che spesso è andata al di là dei binari di una corretta informazione. E così, oggi, dov'è Denise Pipitione, inghiottita nel nulla in un giorno di sole a Mazara, il 1° Settembre del 2004, noi non lo sappiamo. Di Piera Maggio, la mamma, di Piero Pulizzi, della sorellastra Anna Corona, sappiamo, in pratica tutto. Anche troppo.
E Toni Pipitone, che in questi anni ha voluto restare in silenzio, ha deciso adesso di parlare.
"Sono qui per difendermi - dice, intervistato in redazione da Tp24 - perchè sono stanco degli insulti, delle inesattezze e degli attacchi. Delle cose non vere dette su di me". Tony Pipitone si è separato da molto tempo con Piera Maggio. Da dieci anni ha un'altra famiglia. Sostiene che nel libro di Piera Maggio ("Denise", pubblicato da Piemme) ci sono molte affermazioni non vere sul suo conto, ed altre, invece, che meritavano di rimanere riservate: "Mi hanno messo in discussione - racconta - come padre, come se io non avessi mai contato nulla per Denise. Non è vero che per Denise non ero nessuno. Ero il padre, ed ancora mi sento di esserlo". Pipitone contesta alcune ricostruzioni di Piera Maggio "che vanno troppo sul personale, e non servono a riavere nostra figlia". Per Toni, Denise è viva: "Ho ancora la speranza fortissima di riabbracciare mia figlia, è il mio istinto che me lo dice".
Deve però difendersi da Piera Maggio: "Mi sento esposto alla gogna sui social, con i miei problemi personali che diventano oggetto di insulti ed offese. Io ho diritto alla mia privacy". Le cose non sono andate affatto bene per Toni Pipitone, che non parla più neanche con l'altro figlio avuto con Piera Maggio, Kevin.
"Piera - continua infatti Pipitone - ha, inoltre, rivelato a nostro figlio Kevin, quando aveva 23 anni, che è stato concepito a Palermo con inseminazione artificiale da donatore anonimo. E da quel momento è cambiato l'atteggiamento di mio figlio nei miei confronti. Che bisogno c'era di dirglielo? Anche se avevo qualche sospetto, ho saputo che Denise non era mia figlia soltanto dopo il sequestro. A me Piera aveva detto che anche lei era stata concepita a Palermo sempre con inseminazione artificiale quando io ero in Toscana per lavorare e mantenere la famiglia. Per me, però, Denise rimane sempre mia figlia. Fino alla sera prima della scomparsa eravamo nel letto insieme e lei mi diceva 'papà ti voglio bene'. Per me è viva e prego ogni notte per lei".
Nel libro di Piera Maggio, si legge: "Il mio matrimonio non andava bene, io e mio marito Toni non avevamo più nulla in comune e lui era spesso assente, emotivamente e fisicamente. In casa restavamo spesso per ore a non rivolgerci la parola, quando accadeva litigavamo. Avevamo deciso di mantenere una famiglia di facciata ma nel profondo il nostro rapporto si era interrotto da anni". E più avanti c'è il racconto di come ha scoperto che "Toni non può generare figli".
Commenta Pipitone: "Mi sento tradito, umiliato, infangato".
Viene descritto nel libro come un padre assente: "Toni viveva a più di mille chilometri di distanza… e non aveva alcuna intenzione di ritornare a Mazara del Vallo e stare con me e Kevin". Ancora, si legge: "Mi sarebbe piaciuto ricevere un consiglio, discutere dell’educazione di Kevin, parlare delle difficoltà e affrontarle insieme, come una vera coppia. Ma se mi rivolgevo a Toni lui restava in silenzio dall’altra parte del telefono. «Pensaci tu. Occupatene tu» mi diceva".
E' pronto a tendere la mano, Toni Pipitone, all'ex moglie, nell'interesse di Denise, anche se, ammette, a volte "sembra non una madre che cerca una bambina, ma una madre che cerca guerra. Mi fa apparire sui social, dove nei commenti ricevo offese da persone che querelerò, come un padre snaturato che ha abbandonato i figli, non dava soldi e che si è disinteressato della vicenda di Denise. Ma non è così. Io sono andato a lavorare in Toscana proprio per non abbandonare i figli, per far star bene la famiglia. Poi, ho sempre seguito indagini e processo tramite il mio legale. E non avevo e non ho le risorse economiche per andare in giro per partecipare alle trasmissioni televisive. Ma adesso sono pronto anche ad un confronto pubblico con lei. Che idea mi sono fatto sul sequestro Denise? Non so cosa dire. Io stavo impazzendo, non avevo nemici. Scoprire la verità è compito delle autorità, cui ripongo massima fiducia. Di Anna Corona, Piera mi diceva che era la sua migliore amica. Poi, diventò la sua principale nemica. Ma con questo non voglio assolutamente dire che loro abbia avuto un ruolo nel sequestro. Non lo so. Io non volevo frequentare i Corona, a differenza di Piera, perché a pelle non mi piacevano”.