Due notizie hanno agitato il limbo della politica siciliana in questo fine settimana. Il presidente Schifani è un uomo solo al comando. Non può convocare l'Ars perché ancora molti parlamentari non sono stati proclamati eletti. Senza parlamento, non può presentare la sua Giunta. Uno scacchiere da comporre, un rebus, che, dicevamo ha avuto due scossoni: la nomina di Nello Musumeci a Ministro del mare e del Sud (con scontro in vista con Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, per la gestione dei porti) e la nuova operazione della Guardia di Finanza che ha scoperchiato un sistema di tangenti nella gestione degli appalti della sanità pubblica in Sicilia. A tale proposito Schifani promette che lotterà la corruzione nella sanità, ma lo dicono tutti i presidenti degli ultimi trenta anni in Sicilia, e di progressi se ne vedono pochi.
Sulla sanità, le opposizioni affilano le armi e chiedono a Schifani di evitare "nuove lottizzazioni". Ricordiamo che in Sicilia la salute assorbe 9 miliardi di finanziamenti ordinari nei prossimi anni. L'assessore alla sanità sarà di Forza Italia, e Schifani vuole puntare, dice, su "un uomo di esperienza".
Nello Musumeci, nel frattempo, è diventato Ministro, per il Sud e il mare. Quando in estate si diceva che questo era il premio per lui in cambio dell'abbandono dell'idea di ricandidarsi presidente della Sicilia, lui parlava di "ignobile pensiero, la Sicilia non è merce di scambio". Di fatto, lo è stata. Non è a lui, però, che guarda Renato Schifani in questo momento, ma a Giancarlo Giorgietti, nuovo plenipotenziario dell'Economia. C'è infatti da dare formalità all'accordo per i 700 milioni di euro l'anno alla Sicilia per la restituzione delle accise. La nomina di Musumeci a ministro accresce comunque la sua ombra di potere sulla Sicilia, lo sa bene Micciché che adesso freme per ritornare a fare il presidente dell'Ars. Schifani è pronto a chiedere alla coalizione di accontentarlo, a patto che Forza Italia riduca la sua presenza in giunta a favore di Fratelli d'Italia.
Nel frattempo Schifani deve subire la nuova legge, entrata in vigore nel 2021, che paralizza la sua attività. Per la prima volta, infatti, sarà il Presidente della Regione a convocare l'Ars, entro 20 giorni dalla proclamazione degli eletti. Ma non ci sono gli eletti, è questo il punto. Mancano ancora, infatti, le certezze sugli eletti in mezza Sicilia, a causa dell'impreparazione dei presidenti di seggio (molti di prima nomina) che hanno sbagliato verbali e creato pasticci.