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25/10/2022 06:00:00

Sicilia: governo nuovo, vecchi problemi: un buco da un miliardo 

 Nuovo governo regionale con Renato Schifani presidente ma vecchi problemi targati Gaetano Armao.

La Corte contesta spese irregolari per oltre un miliardo di euro, la relazione riguarda proprio l’ex assessore all’Economia, ci sono 600 pagine e due contestazioni: la cifra accantonata nel rendiconto 2020 è inferiore rispetto a quella richiesta e con cui si doveva fronteggiare il disavanzo di1,3 miliardi con lo Stato. I magistrati hanno evidenziato che la Regione avrebbe dovuto accantonare 866 milioni in più ma quella somma venne utilizzata per la spesa corrente, senza poterlo fare. La Corte dei Conti lo scrive chiaro: “In forza del principio del “tempus regit actum”, il ripiano decennale non avrebbe potuto trovare applicazione negli esercizi 2019 e 2020, essendosi effettivamente concretizzate solo nel 2021 le condizioni necessarie per fruire dell’agevolazione”.

Non in ultimo i magistrati ritengono che quell’accordo stipulato tra la Regione e lo Stato va impugnato innanzi la Consulta perché di fatto sbilancia il rapporto tra le altre regioni e lo Stato, chiamate a ripianare in tre anni anziché in dieci come la Sicilia.

In termini meno burocratici, e più alla buona, si può sostenere che in questa ottica cadrebbero anche tutti i bilanci di previsione successivi a quell’accordo.

C’è un’altra contestazione mossa ed è legata alla spesa di 161 milioni per il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
Pare che in ballo ci sia la mancata adesione ai regolamenti europei, tutto questo fa il paio con una gestione della Regione che non è riuscita a far approvare i bilanci in tempo utile e che ha fatto dell’esercizio provvisorio lo strumento principale.
Renato Schifani è a conoscenza della disastrosa situazione legata alla gestione della finanza pubblica da parte di Armao e in attesa di presentare le contro deduzioni entro metà novembre, il presidente ha chiesto di essere spediti e di evitare il collasso.
La successiva fase sarà una delle più delicate, verrà affidata al nuovo assessore al Bilancio, di cui ancora non è certo nemmeno il nome, ma che dovrà rimettere in sesto i conti e scrivere un bilancio concreto.
Intanto si dovrà pure recuperare questo miliardo di euro mancanti e si vocifera già che la prossima manovra non sarà così serena per i siciliani.

DE LUCA.  “La notizia di oggi circa la pronuncia della Corte dei conti sull’irregolarità del bilancio regionale 2020, afferma il leader di “Sicilia Vera – Sud chiama Nord” Cateno De Luca, non fa che confermare quanto abbiamo sempre denunciato, ovvero che i bilanci della regione sono farlocchi. Lo ripetiamo da anni senza aver mai ottenuto risposte né dall’assessore Armao né dallo stesso Musumeci. Oggi arriva la tegola della Corte dei conti che nero su bianco certifica un buco da oltre un miliardo di euro. Il Governo Musumeci, quello dalle carte in regola, ha approvato i bilanci senza tenere conto delle norme vigenti al momento dell’approvazione. Nel 2019 è stato proposto un bilancio in violazione del diritto di base. La Corte dei conti oggi fa due osservazioni contestando la decisione di spalmare in 10 anni invece che in tre il maxi-disavanzo scoperto a fine 2018 pari a 866.903.662 euro e il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale contestando la spesa di 161.163.169 euro.

Si fa riferimento ad uno squilibrio di circa un miliardo ma noi sappiamo che in realtà il buco è molto più profondo e su questo metteremo in atto un’operazione verità.

Il vero falso è infatti nel rapporto tra le società della regione e il socio unico che è la regione stessa, lì si nasconde un buco enorme che vogliamo approfondire.

Sui conti della regione ci sarà da fare un lavoro di verità perché i siciliani devono sapere queste carte in regola dove sono. Intanto Schifani sappia che in aula non passerà più un atto contabile se non si mette nero su bianco come stanno le cose. L’era dei bilanci fasulli è finita. Ricordiamo inoltre al monarca Schifani che ancora aspettiamo di sapere dove sono andati a finire i 45 milioni di euro stanziati con delibera di giunta e destinati ai comuni per evitare aumento Tari. Noi aspettiamo, così come aspettiamo la nomina del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti, con delega a proporre le proposte PNRR, in vista della scadenza del bando per finanziare il potenziamento delle reti fognarie e depuratori. Siamo all’opposizione, sono un deputato eletto dai siciliani e i nostri quesiti, piaccia o no a Schifani, meritano delle risposte.”