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26/10/2022 06:00:00

A passo di lumaca si compone la nuova Ars 

 A piccoli passi va componendosi l’ARS, un mese fa il voto e ad oggi non sono stati tutti proclamati eletti, qualche sorpresa c'è pure stata.

Definitivi, invece, gli eletti della provincia di Catania e di Messina: due parlamentari per la lista “De Luca sindaco di Sicilia”, si tratta di Ludovico Balsamo e Davide Vasta, un deputato per Prima l’Italia ed è Luca Sammartino, i pentastellati portano in Assemblea  Jose Marano e Nuccio Di Paola, il Pd Anthony Barbagallo e Giovanni Burtone, Giuseppe Lombardo per l’Mpa, in quota Dc c’è Andrea Messina, Gaetano Galvagno e Dario Daidone per Fratelli d’Italia, Marco Falcone e Nicola D’Agostino per Forza Italia.

Per Messina i parlamentari eletti sono: Antonino De Luca per il M5S, Giuseppe Laccoto per Prima l’Italia, Giuseppe Galluzzo per Fratelli d’Italia, Tommaso Calderone per Forza Italia, Calogero Leanza per il Pd, tre deputati per Cateno De Luca e sono: Matteo Sciotto, Pippo Lombardo e Alessandro De Leo.

Dubbi ancora da sciogliere sull’accettazione del seggio in Sicilia per Gianfranco Miccichè, eletto anche al Senato e su cui oggi ci sono speranze che vada a fare il Sottosegretario, aveva solo qualche giorno fa indicato la volontà di restare a Palermo, accanto a Renato Schifani, ma pare che ci siano dei ripensamenti.

Forza Italia potrebbe avviarsi ad una nuova organizzazione, il parlamentare nazionale Giorgio Mulè insiste nel dividere gli incarichi di partito tra chi non è rappresentate istituzionale. Se si seguirà questa linea anche in Sicilia Miccichè dovrà dire addio al coordinamento regionale. Cosa deciderà Miccichè? Dovrà fare i conti con tante variabili a cominciare dal riconteggio dei voti che vede Francesco Cascio non più primo dei non eletti a Palermo ma addirittura essere superato da Pietro Alongi, uno dei fedelissimi di Schifani. Alongi entrerà all’ARS se Miccichè deciderà di restare a Roma ma questo significherebbe anche aprire il varco agli oppositori interni, quindi ritrovarsi con un partito diviso ancora di più.

I paletti messi da Schifani secondo cui ad essere assessori saranno gli stessi deputati creano delle frizioni all’interno dei vari partiti, perchè è ovvio che oltre agli eletti che una classe dirigente che ha consentito l’elezione degli stessi e la tenuta della campagna elettorale.