Non si arrendono gli esercenti di fronte alla cosiddetta piazza di legno nel centro di Selinunte. Difesi dall’avvocato Margherita Barraco, mirano all’annullamento degli avvisi di accertamento della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche degli anni 2018 e 2019. Secondo questo approccio, sarebbero stati anni in cui, essendo scaduta la concessione demaniale, il comune non avrebbe potuto avanzare alcuna richiesta.
Ma il problema non è soltanto la Tosap. Il punto, come abbiamo già scritto, è legato ad un altro aspetto fondamentale: a prescindere da quanto costi occupare il suolo, le concessioni non potranno essere date se non si è in regola anche con tutte le altre tasse comunali: spazzatura, Imu (per chi è anche proprietario), acqua, ecc…
Tutti gli esercenti interessati alla piazza di legno (tranne uno, perché nato quest’anno e dunque senza pregressi) devono pagare diversi anni di tributi. Alcuni superano perfino 50 mila euro. Si sarebbe potuto ovviare attraverso la rateizzazione proposta dal comune, ma nessuno ha voluto “cogliere l’opportunità”.
Certo, poi c’è la questione delle tariffe. Mettere i tavolini sul suolo pubblico costa di più rispetto a quei comuni che non si trovano in dissesto finanziario come Castelvetrano. La giunta non ha il potere di abbassarle e se lo facesse dovrebbe risponderne alla Corte dei Conti. Ecco perché non ha molto senso parlare di dialogo e di punti di incontro. Non si può.
Così come non si può far finta che tutti i commercianti siano in regola con i tributi, o che almeno abbiano provveduto ad una rateizzazione. Attenzione, non della Tosap, ma di tutti gli altri tributi nel corso dei 5 anni precedenti alla richiesta di utilizzo della piazza in legno.
E’ un principio semplice: chi chiede una concessione pubblica deve essere in regola coi tributi, se no niente concessione. Eppure, prima del 2020, a Castelvetrano non era una cosa così automatica. E’ stata infatti necessaria una delibera di giunta, che ha avuto bisogno di essere “rafforzata” con una direttiva del sindaco inviata ai capi di direzione.
Davvero il sindaco Alfano avrebbe tirato improvvisamente fuori dal cappello un veto alle concessioni, senza alcuna spiegazione?
“Il dialogo è stato continuo ed aperto sin dai primi giorni dell’anno in corso – ha affermato invece il primo cittadino - E’ nel loro diritto far ricorso nelle sedi competenti, siccome è dovere di tutti i cittadini pagare i tributi. Se non sono convinti di dover pagare il suolo pubblico nella piazzetta lignea, potrebbero nel frattempo regolarizzare il resto, laddove risultino debitori”.
Egidio Morici