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09/11/2022 06:00:00

 Salemi. La storia infinita di una scala ‘immobile’ da quindici anni

Eppur si muove, sicuramente non l’avrebbe detto Galilei, il padre della scienza modera, se avesse osservato la scala mobile di Salemi, cittadina della Val di Mazara.

Progettata nella prima decade degli anni duemila, l’opera venne appaltata nel 2007, la ditta salemitana Icosem aggiudicataria avrebbe dovuto consegnare i lavori l’anno seguente.

C’e’ sempre un condizionale nel destino delle pubbliche in Sicilia. Come c’e’ sempre una perizia di variante al progetto dietro l’angolo.

Anche in questo caso. Una proroga di un anno rinvia tutto al 2009.

Di anni, invece, ne passeranno quattro, tutti caratterizzati dall’immobilità, il paradigma che sembra ormai caratterizzare l’andazzo delle cose in terra di Trinacria.

Quattro anni in cui si diede la stura ad un copioso florilegio di illazioni e allusioni di ogni tipo. Un ghiotto argomento per gli sfaccendati tastieristi dei social.

Bisogna arrivare al 2013 per dare la possibilità ai soliti cronisti “copia e incolla” di annunciare “urbi et orbi “ che “finalmente le scale mobili che collegano il parcheggio Schillaci con la Piazza Libertà hanno ricevuto il tanto atteso collaudo”.

Manca solo il certificato di sicurezza della struttura, viene precisato.

Si riaccendono le perplessità del lettore. Che subito, però si tranquillizza leggendo che la richiesta e’ stata avanzata all’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) di Catania.

Che vuoi che sia un certificato! Oggi con una mail o con la Pec, pochi secondi ed e’ fatta. Non siamo anche noi tecnologici? Non abbiamo anche noi la nostra Etna Valley?

Il tempo di una settimana e le scale faranno sentire la loro cadenzata presenza.

Nel frattempo, aggiungono, gli uffici comunali stanno iniziando a lavorare per redigere il bando per l’assegnazione dei locali che si trovano nella struttura.

L’ opera, costituita da una struttura a doppia altezza con terrazzamenti, caratterizzata da due scale mobili e due ascensori previsti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il cui importo complessivo e’ pari a 1.800.000,00 euro circa, di cui il 90% finanziato dall’Assessorato regionale alle Opere Pubbliche e la restante parte dal comune di Salemi, dopo un tormentato travaglio, arrivava finalmente al traguardo!

Siamo ai tempi dei Commissari prefettizi e l’ingegnere sovraordinario Rosario Ortega fu categorico. Solo un paio di mesi, e le scale avrebbero incominciato a salire e scendere.

Un generale sospiro di ottimistico sollievo chiudeva il secondo atto di una commedia che cominciava a ricordare quella di Pirandello “Ma non e’ una cosa seria”.

Nei fatti, il “paio di mesi” diverranno diversi anni.

In una intervista del 2016, Domenico Venuti, divenuto nel frattempo sindaco della cittàad una nostra domanda su quali erano i veri motivi che impedivano ancora il funzionamento delle scale mobili , il primo cittadino testualmente rispondeva : “Non me lo spiego neanche io, visto che di fatto funziona. Si tratta di un problema burocratico che, nonostante le sollecitazioni, l'ufficio non è riuscito a risolvere. In assenza di una risposta tempestiva, mi avvarrò di una consulenza esterna per mettere un punto a questa situazione.”.

Il mistero diventava sempre piu’ fitto.

La scala mobile di Salemi ebbe l’onore , nel frattempo, di essere inserita in uno speciale elenco che includeva le 8 opere completate in Sicilia ma ancora non fruibili dagli utenti.

Si doveva aspettare ancora un anno per vedere le scale girare?

Ma quando mai!

Un anno per sapere dall'assessore ai Lavori pubblici, Calogero Angelo, che c’erano da fare degli adeguamenti al sistema elettrico dell'intero impianto.

Già. Perché, nel frattempo erano passati ben 10 anni dall’inizio di questa storia che stiamo raccontando.

E, ovviamente, ciò che andava bene ai tempi in cui l’opera era stata progettata risultava nel 2017 obsoleto e tecnicamente superato.

La sconsolante conclusione era emersa durante una conferenza di servizio richiesta dall’assessore Angelo con i rappresentanti dell’Ustif per sbloccare la kafkiana situazione di perenne stallo.

Al lettore che ha avuto la pazienza di leggerci fino a questo punto, diciamo che la della storia non e’ ancora terminata.

Dobbiamo aspettare altri quattro anni per annotare nei nostri taccuini che l’amministrazione comunale ha provveduto ad affidare dei lavori finalizzati ad adeguare la struttura agli standard di sicurezza richiesti, secondo le normative vigenti, giusto come richiesto dall’Ustif.

A questo punto, occorreva individuare le somme da mettere in bilancio per compiere gli aggiornamenti impiantistici richiesti.

Grazie alle economie derivate dai lavori di sistemazione di piazza Libertà, sottoposta ad un restyling generale, furono recuperate 70 mila euro circa.

Una lunga via crucis per l’affidamento dei lavori.

Stranamente ben due le gare d’appalto sono andate deserte.

Siamo arrivati intanto alla primavera del 2021: la situazione sembrerebbe essersi sbloccata tramite un accordo con uno degli operatori contattati, la ditta marsalese Piccione Ascensori, con un ribasso del 2 per cento.

Mentre l’assessore Calogero Angelo non ha cessato di mantenere i contatti con l’Ustif, in modo da recepirne costantemente le indicazioni.

Cresce l’ottimismo e l’Amministrazione prevede che il cantiere potrebbe partire a settembre 2021.

Ma anche questa volta, i lavori, appena iniziati, segnano una battuta d’arresto.

Oltre che inutile, questa opera sembra essere nata sotto una cattiva stella.

Lavori bloccati per diversi mesi. Non si riusciva a reperire il materiale idoneo, dicono.

Complicazione tecniche in corso d’opera, dicono.

Il vicesindaco ora ha usato il termine “tempi stretti” per la fine dei lavori. Siamo oltre la soglia dell’ottimismo, stavolta.

L’ultimo scoglio, infine, il collaudo dell’Ustif.

Il timbro di questo ufficio catanese, segnerà la parola fine di questa lunga ed estenuante storia? Lo sapremo alla prossima puntata.

Franco Ciro Lo Re