241 mila euro euro è la somma che l'Asp dovrà risarcire ai familiari di una donna morta dopo il ricovero all'ospedale "Vittorio Emanuele" di Castelvetrano. Lo ha stabilito il Tribunale di Trapani condannando l'Azienda Sanitaria Provinciale. I fatti risalgono al 2015.
Era il 20 ottobre quando la donna arrivò al pronto soccorso, aveva la febbre alta ma la diagnosi fu "Febbre di NND", in pratica nonostante le indagini mediche non si era riusciti a trovare nessuna causa che procurava la temperatura elevata alla paziente. La donna dal pronto soccorso venne ricoverata nel reparto di ortopedia per mancanza di posti in medicina.
La mattina seguente però la donna viene trovata in coma e ricoverata in rianimazione. A quel punto le viene diagnosticato un "infarto cerebrale", dopo quattro giorni il 24 ottobre la donna è deceduta. Per il Tribunale di Trapani, in base agli accertamenti tecnici, risultano provati: la condotta colposa sull'omessa, errata o ritardata diagnosi, la lesione del diritto alla salute del paziente e l'evento finale, la morte della paziente. Gli accertamenti del collegio dei periti hanno accertato che la donna, diabetica, che effettuava l'insulina, ipertesa e portatrice di pacemaker ha avuto una infezione intestinale che durò per almeno 24 ore.
Alla donna, scrivono i periti non è stato effettuato un esame "emogasanalitico", perché il macchinario era guasto. Per il collegio dei periti c'è stata negligenza da parte dei medici dei reparti di medicina interna e di rianimazione, perché il mancato esame di emogasanalisi avrebbe permesso di evidenziare il quadro clinico della paziente a seguito della perdita di liquidi e della iperglicemia. I familiari della donna sono stati assistiti dall'avvocato Flora D'Alia, da anni impegnata assieme a "Risarcimento Certo", nel far ottenere giustizia a chi ha subito un caso di malasanità e dunque un danno da responsabilità medica.