"L'iniziativa che ho intrapreso attraverso i miei legali non fa parte di alcuna strategia di rivalsa politica: si tratta di una vicenda che attiene esclusivamente alla sfera dell'esercizio del diritto. Il lavoro fatto da tutto il Pd trapanese in occasione delle elezioni regionali è stato straordinario, e per questo ho ringraziato e continuerò a ringraziare tutte le componenti del partito, ma la possibilità di verifica di uno status rispetto ai principi sanciti dalla legge è garantita dal nostro ordinamento ed è soltanto ai giudici che spetta questo giudizio. Ci sarà un confronto sereno tra le parti nelle sedi competenti e si accetterà con serenità l'esito finale".
Lo dice Domenico Venuti, candidato del Pd alle ultime elezioni regionali nel collegio di Trapani, spiegando le motivazioni del suo ricorso sui possibili motivi di ineleggibilità di Dario Safina all'Ars.
"Quando ho valutato attentamente la possibilità di una verifica legale su quanto accaduto sapevo che avrei attirato su di me le critiche di tanti per via del mio ruolo di segretario provinciale del Pd, ma torno a sottolineare come la vicenda non sia politica ma riguardi esclusivamente la materia elettorale - prosegue Venuti -. Mi chiedo quindi se non sia legittimo, in uno stato di diritto, per un candidato una normale verifica sulla regolarità di quanto accaduto rispetto alla legge. Si tratta di passaggi già accaduti in passato e che nulla hanno a che vedere con gli equilibri interni al Pd. Attenderò con la massima serenità che la magistratura svolga le sue valutazioni e nel frattempo continuerò a lavorare per il partito che mi è stato affidato in provincia di Trapani".