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01/12/2022 12:27:00

Mazara, scoperta una vasta rete di traffico di droga. Una donna al vertice, i nomi

17,00 -  Ecco i nomi di tutti gli indagati dell'operazione antidroga della Guardia di Finanza che ha smantellato un'importante rete di spaccio che faceva base a Mazara del Vallo. Ci sono interi nuclei familiari, e, purtroppo, molti giovani.

ADDOLORATO Salvatore, nato a Mazara del Vallo (TP) il 20.11.1976

ADDOLORATO Mario Carmelo, nato a Mazara del Vallo (TP) il 12.02.1999

ADDOLORATO Francesco, nato a Mazara del Vallo (TP) il 22.11.2000

ADDOLORATO Gianluca, nato a Mazara del Vallo (TP) il 14.08.1992 

BARBERA Francesca Nadia, nata a Mazara del Vallo (TP) il 30.11.1987 

ADDOLORATO Giuseppe, nato a Mazara del Vallo (TP) il 10.03.1981 

ADDOLORATO Diego, nato a Mazara del Vallo (TP) il 13.03.1979 

PERAINO Cristian Vito, nato a Marsala (TP) il 30.08.1988 

SALERNO Alcx, nato a Mazara del Vallo (TP) il 21.01.2000

CANNAVÒ Pietro (alias Piero), nato a Mazara del Vallo (TP) il 22.11.1983 

MIHAESCU Stefan Daniel, nato in Romania (EE) il 17,12.1995

ACCARDI Alessandro (alias Banana), nato a Mazara del Vallo (TP) il 13.08.1982

CULICCHIA Roberto, nato a Mazara del Vallo (TP) il 18.10.1980 

ALFANO Michele, nato a Palermo il 13.08.1970 

ADDOLORATO Rachela Maria, nata a Pantelleria (TP) il 28.04.1975

PERNICIARO Pietro, nato a Mazara del Vallo (TP) il 12.04.1974 

POLICARDO Clara, nata a Trapani il 29.11.1951 

PERNICIARO Giuseppe, nato a Mazara del Vallo (TP)

PERNICIARO Paola, nata a Mazara del Vallo (TP) il 02.01.1998

ADDOLORATO Salvatore, nato a Mazara del Vallo (TP) il 22.07.1995

PIZZO Francesca, nata a Mazara del Vallo (TP) il 6.12.1998

12,00 -   Una vasta rete di spaccio di droga è stata scoperta a Mazara del Vallo.

La guardia di finanza ha scoperto l'esistenza di due gruppi criminali che avrebbero gestito due distinte piazze di spaccio attive a Mazara del Vallo nel quartiere popolare di Mazara 2, attraverso una capillare rete di distribuzione in grado di perfezionare quotidianamente molteplici cessioni di sostanza stupefacente, diversificandone l’offerta dal crack, alla marijuna, all’hashish e alla cocaina.


A capo di uno dei due gruppi ci sarebbe una donna,
Rachela Maria Addolorato, 47 anni, dell'associazione criminale avrebbero fatto parte anche il marito Pietro Perniciaro, i figli Giuseppe e Paola, la madre Clara Policardo, il fratello Salvatore Addolorato e la compagna Francesca Pizzo.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 soggetti, di cui 13 colpiti della misura del divieto di dimora nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento e 8 destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio.

Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno scoperto pure che sette indagati percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza. E, intanto, ostentavano una vita normale. Su Facebook, Rachela Maria Addolorata scriveva: "Sono mamma e nonna a tempo pieno".

Il sussidio statale lo percepivano la signora della droga, il marito, i figli. Adesso, lei, il coniuge e la madre sono indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e hanno il divieto di dimora. Per i figli è scattato solo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Ovviamente gli sarà tolto il reddito di cittadinanza. 

L’indagine ha portato all’individuazione anche di un altro gruppo, capeggiato da Salvatore Addolorato, 46 anni, pure lui di Mazara del Vallo, è il cugino di Rachela. Gli è stato sequestrato un peschereccio, il “Domenico Infante”. Nelle intercettazioni discutevano di utilizzare il motopesca per nuovi affari di droga nel Canale di Sicilia.

Quale carattere comune ai due sodalizi investigati, sarebbe emerso il sistematico ricorso a un linguaggio criptico per dissimulare la compravendita di sostanze stupefacenti che, a tal fine, venivano denominate “ricci”, “pesci”, “magliette bianche o scure”, in relazione alle differenti tipologie di droghe trattate.
Le vicende oggetto di approfondimento investigativo sono state valorizzate anche in chiave economico-patrimoniale, acquisendo elementi indiziari che hanno permesso di ipotizzare, in capo a uno dei principali indagati, il reato di autoriciclaggio, in quanto lo stesso avrebbe reinvestito parte del denaro frutto dell’attività illecita nell’acquisto di un motopeschereccio, che fa parte dei beni oggetto del provvedimento di sequestro.