L’assemblea nazionale di Italia Viva, che si è tenuta ieri a Milano, ha messo i punti su alcuni dubbi: Italia Viva e Azione rimarranno due partiti autonomi, Matteo Renzi è in campo, in prima linea e non arretra, sì alla federazione con il partito di Carlo Calenda ma ognuno manterrà la propria autonomia e identità politica.
A chi guarda al partito unico se ne parlerà non prima del 2024, in occasione delle elezioni europee.
I due partiti, dunque, avranno ognuno la sua classe dirigente, i suoi tesserati.
Renzi ne ha per tutti: per il Pd, da cui prende le distanze, salvo poi tendere la mano su Milano, la candidata alla guida della Regione è Letizia Moratti, il leader di IV apre a Pierfrancesco Majorino, candidato per il Pd. Un ticket che sarà difficile realizzare.
Nella stessa giornata di ieri, a Roma, Elly Schlein scioglieva la riserva: è candidata alla segreteria nazionale del Pd: “Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro, costruiamo insieme questa candidatura per dimostrare che io posso diventare la segretaria del nuovo Pd. Insieme a voi voglio diventare la segretaria del nuovo Pd”.
Tutti concordi che serve un nuovo Pd, lavorando insieme, dice, evitando divisioni: “Serve cambiare questo Pd, ricostruire un partito radicato tra la gente. C’è una voglia condivisa di ricostruire una comunità”.
Le primarie dei dem si terranno il 19 febbraio, gli altri candidati sono Stefano Bonaccicini e Paola De Micheli.
E mentre tutto questo accadeva a Milano per IV e a Roma per i dem, in Sicilia scoppiava l’ennesima lite dentro Forza Italia, questa volta tra Gianfranco Miccichè e Marco Falcone.
Scenario dell’evento la convention di Fratelli d’Italia a Catania, a scaldare gli animi ci pensa l’ex presidente dell’ARS: “Se mi devono buttare fuori ci divertiremo dopo, al mio gruppo non è stato consegnato neanche un segretario commissione e continuano ad attaccarmi in maniera violenta”. Poi su Musumeci: “Aveva assessori che combinavano disastri atomici, con Falcone non voglio parlare è uno stronzo”.
Falcone interviene e riscalda i toni ancora di più: “Sei tu a dire bugie, sono cinque anni che rompi le scatole. La notte andavi a chiedere le cose, incassavi, e poi dicevi che Musumeci non andava”. Poi l’invito di Falcone: “Gianfranco, te ne devi andare a casa. E’ arrivato il tuo momento. Forza Italia non ti riconosce”.
Miccichè voleva lasciare il palco e poi è stato invitato dall’attuale presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, a rimanere in sala.
Infine la nota stampa dello stesso Miccichè: “Sono molto avvilito per la scontro verbale avvenuto con Marco Falcone alla festa regionale del tricolore di Fratelli D’Italia. Mentre parlavo di programmi e comportamenti, lui è andato in escandescenza parlando di poltrone. Le poltrone! Evidentemente è l’unico argomento che conta per loro, tanto da vederlo letteralmente uscire fuori di testa”.
Le liti azzurre non finiranno qui, questa è l’unica certezza.
"Come giudicare se non fuori di testa il linguaggio forsennato di un Assessore che in casa altrui ha rovinato la festa con invettive premeditate contro Gianfranco Micciché? Non è un mistero che dalla scorsa legislatura i rapporti con l’Assessore Marco Falcone non siano più idilliaci, anzi siano incrinati e logori. L’ho pubblicamente accusato di essere un ingrato e irriconoscente poiché piuttosto che al bene di Forza Italia in Sicilia, punta a coltivare il proprio orticello, strizzando l’occhio altrove. Adesso però la misura è colma. Si può buttare fuori qualcuno quando si è padroni di casa. Lui è un inquilino abusivo che da sempre strizza l’occhio a destra, rispetto alla storia moderata di Forza Italia. Credo che per lui sia arrivato il momento di dichiarare le proprie intenzioni, ovvero distruggere un partito che fino ad oggi è stato il fiore all’occhiello di un’Italia che si rispecchia nei valori liberali. Se devo essere sincero, in una cosa Micciché ha sbagliato: nell’avere permesso che tali soggetti diventassero classe dirigente di Forza Italia in Sicilia”. Lo afferma in una nota il Capogruppo di Forza Italia al Parlamento Siciliano, on. Michele Mancuso, a commento delle invettive pronunciate dall’assessore Marco Falcone contro l’on. Gianfranco Micciché, durante la Festa del Tricolore a Catania.
“Quello che più dispiace è che si sta provando a sabotare il Partito sulla pelle dei siciliani – conclude il Parlamentare. Sì perché se oggi la Corte dei Conti ha bocciato platealmente il Governo Musumeci - di cui Marco Falcone è un indefesso sostenitore e protagonista - è solo per l’ostinazione di certa politica, che piuttosto che prenderne le distanze, storna l’attenzione su Gianfranco Micciché, puntandogli il dito verso la porta. Forza Italia, quella ufficiale, ha dimostrato con i fatti di non essere attaccata alle poltrone, pur restando fedele al patto di maggioranza. Ribadisco senza neanche troppi convenevoli, che se c’è qualcuno che dovrebbe accomodarsi fuori dalla storia e dai valori di Forza Italia, quello è proprio Marco Falcone”.