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08/12/2022 06:00:00

Matteo Messina Denaro: il palazzo a Venezia e le notizie contrastanti sulla salute

 A Giugno del 2023 saranno 30, gli anni di latitanza del boss di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Negli ultimi mesi, le indagini, le ultime operazioni antimafia e le dichiarazioni pubbliche e televisive di chi ha coperto la latitanza di altri due boss di primo piano come i fratelli, Giuseppe e Filippo Graviano, hanno portato a delle novità, alcune più lontane nel tempo, altre invece, più recenti, che riguarderebbero anche l’attuale condizione di salute del boss Castelvetranese.

Tra queste novità, tutte da prendere con il necessario scetticismo, quando si tratta di rivelazione riguardanti il boss, c’è un nuovo soprannome che va ad aggiungersi a quelli conosciuti da tempo, c’è il Palazzo a Venezia, e le rivelazioni contrastanti sul suo stato di salute.

Il nuovo soprannome “Ignazieddu” - Il soprannome è emerso dall’operazione antimafia Hesperia dello scorso settembre che ha portato all’arresto di 35 persone, tra Marsala, Mazara e Campobello. Ignazieddu sarebbe il soprannome più recente, venuto fuori da un’intercettazione del 4 giugno del 2021 che riguarda due degli arrestati nel blitz: Marco Buffa e Piero Di Natale. Quest’ultimo, uomo di fiducia di Francesco Luppino (principale indagato), aveva ammonito il Buffa, accusandolo di aver messo in giro la voce che Messina Denaro fosse morto.

 “Vivo e vegeto” –  Matteo Messina Denaro "è vivo e vegeto". Così in una delle intercettazioni contenute nell'ordinanza della maxi operazione antimafia. Al centro delle indagini il boss Franco Luppino, che, uscito dal carcere tre anni fa, dopo una lunga condanna, si era messo in testa di riorganizzare la cosca trapanese e belicina, nel nome del suo amico Matteo Messina Denaro, con il quale vantava di essere in contatto. Tanto che in un'intercettazione dice, a chi lo ascolta: "E' vivo e vegeto".

Palazzo a Venezia – Il Palazzo a Venezia è, invece, l'ultima novità sul fronte delle notizie sul latitante dal 1993. Lo ha detto Salvatore Baiardo, l'uomo che all’inizio degli anni 90, curò la latitanza dei fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo. Baiardo, infatti, ha dichiarato che Messina Denaro è stato nel Veneto ma anche che questi, probabilmente attraverso prestanome, aveva un palazzo a Venezia dove si era rifugiato riuscendo pure ad ottenere un "pass" per frequentare il Casinò lagunare. E

"Gravemente ammalato e pronto a farsi arrestare" - Secondo Baiardo, Messina Denaro, sarebbe gravemente ammalato e sarebbe pronto a farsi arrestare. Questa condizione di salute, invece, sarebbe in contrasto con quanto emerso in seguito alle indagini sull’operazione Hesperia, con le quali, tramite un’intercettazione, Messina Denaro risultava “vivo e vegeto”.'  Baiardo  intervistato da Massimo Giletti nella puntata speciale di «Non è l’Arena» in onda sabato 5 novembre : «L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo» e sul nuovo governo: «Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?» e sulla trattativa Stato-mafia: «Non è mai finita». Nel continuo dell'intervista, Baiardo è stato ancora più circostanziato nell'esprimere il proprio pensiero facendo intendere di avere informazioni che il boss trapanese possa essere davvero malato e che in questo momento particolare, dove è in discussione l'ergastolo ostativo, "potrebbe succedere come una vecchia trattativa, come è stata fatta nel'93... Magari servirà ancora … come infatti non è che lo stato lo stia prendendo... Presumo che sia una resa sua".