La Sicilia ha un maxi debito da saldare: 2,2 miliardi di euro. E la diplomazia è al lavoro in questi giorni per spalmare questo debito in dieci anni, ed evitare ulteriori salassi alle già malmesse casse della Regione. In campo c'è l'asse Musumeci - Schifani. Il ministro del Mare (ma senza mare ...) nonchè ex presidente della Regione, fa coppia con il nuovo per lavorare ai fianchi la maggioranza e convincerla ad inserire last minute una norma salva Sicilia nella legge di Bilancio che è in discussione in Parlamento. Ma il no arriva dalla Lega, ed in particolare da Salvini. E pensare che con la vicenda dei famosi 49 milioni di euro, Salvini è uno che di debiti da spalmare in tantissimi anni se ne intende.
Forza Italia ha già presentato un emendamento alla manovra, dopo un incontro romano proprio con Schifani. Ma il no arriva dalla Lega, che si oppone a trattamenti di preferenza per le Regioni del Sud, dicono, dimenticando tutte le iniquità introdotte in questi anni dal federalismo fiscale (e ancora non abbiamo visto niente: quando enterà in vigore l'autonomia differenziata per chi vive nelle Regioni povere saranno dolori ...).
La resistenza viene da Lombardia e Veneto, che si sono viste bocciare molte piccole variazioni necessarie ai loro conti, e non sono propense ad appoggiare un provvedimento ad hoc per la Sicilia, che però ne ha urgente bisogno, dopo il provvedimento della corte dei Conti che ad inizio dicembre ha bocciato il bilancio 2020 proprio di Musumeci e il decreto legislativo del 2019 con il quale il governo Conte (quello Lega - Cinque Stelle) aveva concesso alla Sicilia di ripianare i suoi debiti fino al 2029.
Il disavanzo, secondo i giudici della Corte dei Conti, va pagato in tre anni, non in dieci. E non può essere deciso con un decreto legislativo, ma con una legge. Ecco perchè serve adesso l'emendamento nel bilancio in discussione alla Camera.
E se non passa? Schifani dovrebbe trovare subito 866 milioni nel bilancio di quest'anno. Più altri 300 per coprire il buco. Come si fa? Tagliando servizi essenziali. Insomma, pagano i cittadini ...
Per fortuna, per evitare di fare venire ai siciliani il voltastomaco, Schifani ha cominciato a dare l'esempio, a proposito di spese da tagliare. E ha bloccato l'investimento di 22mila euro più iva che era previsto per rifare i divani degli uffici presidenziali a Palermo. "Schifani & Divani" era già il meme pronto. In particolare era previsto l'acquisto di una poltrona presidenziale e due modello "Oxford" e due modello "Arcadia". Continueranno a stare scomodi.
Per il resto, c'è da correre, altro che stare seduti: la Sicilia non avrà la sua legge di bilancio entro l'anno, e il 2023 comincerà con l'esercizio provvisorio. Cambiano gli interpreti, la musica è sempre la stessa. E, come se non bastasse, c'è un ritardo enorme sulla rendicontazione dei fondi comunitari: due miliardi di euro di spesa, da certificare entro il 31 Dicembre.