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20/12/2022 18:00:00

Le dimissioni in Italia e l'idea di Papa Francesco

 Dimissioni. Sono il dimettere o il dimettersi da un impiego, da una carica, da un pubblico ufficio. È un pratica poco diffusa nello Stivale, satiricamente si aggiunge che l'ufficio è sempre chiuso e non si conosce il nascondiglio. La mattina del 18 dicembre scorso, in attesa della finale di calcio che poi ha regalato uno spettacolo lirico, si è venuti a conoscenza di un'intervista di Papa Francesco al quotidiano spagnolo Abc, il quale ha consegnato al Segretario di Stato dell'epoca Cardinale Tarcisio Bertone, quindi eletto da pochissimo, le dimissioni da vicario di Cristo: "In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già".

È la risposta a una domanda, che gli chiede cosa succede se il vescovo di Roma diviene di colpo invalido per problemi di salute o per incidente, interrogandosi sull’ipotesi di una procedura standard."È la prima volta che lo dico", della rinuncia già firmata. Poi, scherzando, aggiunge: "Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiederla a Bertone: "Dammi il pezzo di carta"."Probabilmente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. Io l’ho dato a Bertone in quanto segretario di Stato", conclude Bergoglio.

Adesso soprattutto nel pubblico, quindi è compresa la classe politica nostrana, in stragrande maggioranza cattolica almeno sulla carta, dovrebbe applicare l'idea di Bergoglio, che può essere esplicitata dal predicato verbale, che serve a esprimere lo stato del soggetto, una condizione o un’azione compiuta, nel passaggio "o che so", ossia non si è stati capaci d'assolvere al proprio mandato. Il concetto dovrebbe essere universale e l'istituto delle dimissioni un atto di giustizia.

Vittorio Alfieri