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20/12/2022 06:00:00

La storia della Radioterapia mancata a Trapani. Un mistero lungo 14 anni

Davvero un mistero il motivo per cui l’ospedale Sant’Antonio di Erice Trapani non possa avere un suo reparto di radioterapia e tutelare, così, la salute di tanti pazienti oncologici del territorio. Un mistero vecchio almeno 14 anni.

Perché? Perché decine di pazienti prettamente oncologici devono, nella loro assodata condizione di fragilità, recarsi a Bagheria o a Mazara del Vallo per sottoporsi alle cure di cui necessitano, esponendo sé stessi ogni volta a un ulteriore stress psico-fisico, quasi non bastasse la malattia. Cos’è che ogni volta va storto in questa brutta storia che potremmo definire la brutta storia della mancata costituzione della radioterapia a Trapani.

E, visto che alle spalle abbiamo un pregresso non indifferente, proviamo a ricostruire i momenti più importanti di questa palese, spropositata e aberrante violazione del diritto alla salute. Non foss’altro che per generare consapevolezza su ciò che sarebbe potuto essere già da diverso tempo e che invece, ancora e inspiegabilmente, non è.

È il 2009 quando il Comune di Erice sottoscrive un protocollo d’intesa con il quale cede all’azienda ospedaliera S. Antonio un lotto di 1.400 mq per la costituzione di un “centro per la radioterapia e altre dotazioni tecnologiche, al fine di creare un Polo oncologico provinciale”.

È il 2010 quando, nell’ambito di una petizione popolare promossa da associazioni e istituzioni dei comuni limitrofi, vengono raccolte oltre 30.000 firme “per chiedere - nell’ambito del riordino della rete ospedaliera - una struttura ad hoc, anche in aggiunta a quella di Mazara del Vallo”. L’allora Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla sanità, in seguito a ciò, si impegnano “a trovare entro sei mesi una soluzione finanziaria idonea”.

È il 2011 quando Angela Cangemi, la presidentessa di “Mondo Donna”, incontra l’allora manager dell’Asp per fare il punto sulla radioterapia a Trapani, pronta a sporgere denuncia alla Procura per abuso di potere qualora Trapani venga privata del servizio.

È il 2012 quando il direttore generale dell’Asp approva il progetto preliminare del nuovo edificio da realizzare “per avviare la procedura di variante allo strumento urbanistico per il cambio di destinazione d’uso dell’area da parcheggio a struttura sanitaria”.

Si spendono poi 4 anni per arrivare alla progettazione esecutiva dei lavori:

· costo della palazzina a quattro elevazioni con un reparto di radioterapia con sei posti letto à 12.669.000 €;

· costo del collegamento coperto tra la palazzina e l’ospedale à 500.000 €;

· costo del parcheggio esterno à 304.000 €

Si arriva, così, al 2018 quando, con decreto dell’Assessore regionale alla salute, l’opera viene finanziata con 14 milioni di euro per l’ampliamento del Sant’Antonio e 3.400.000 euro per il servizio di radioterapia. Nell’occasione viene assicurato dall’Asp che “non vi sarà alcun allungamento dei tempi… il progetto esecutivo sta per essere aggiudicato”, almeno così viene dichiarato alla stampa.

Nel 2019, l’allora Commissario straordinario dell’Asp adotta la delibera che aggiudica alla ditta Conteco Check di Milano il servizio di verifica del progetto esecutivo dei lavori.

Dopodichè il nulla.

Nel frattempo, nel triennio 2017-2020, il reparto di radioterapia dell’ospedale Abele Ajello di Mazara tratta 1800 pazienti di cui il 40% del comprensorio di Mazara e il 22% del comprensorio di Trapani e il resto della provincia.

Ora, sembra quasi retorico domandarselo ma è inevitabile farlo: dove sono finiti questi soldi? A che punto siamo con la realizzazione dei lavori? Quando Trapani potrà garantire appieno il diritto alla salute dei suoi concittadini, diritto che stiamo vergognosamente calpestando?

 

Vogliamo la Radioterapia a Trapani.mp4 from Tp24 on Vimeo.

 

Segnaliamo che dallo scorso ottobre ha preso il via un comitato di donne provenienti dal mondo dello sport per sollecitare l’apertura del reparto di radioterapia a Trapani. Il neonato comitato vuole sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche e soprattutto le istituzioni sanitarie, l’Asp e l’assessorato regionale alla sanità, “affinché si riprenda il progetto volto alla creazione del reparto di radioterapia più volte annunciato con dichiarazioni roboanti e mai portato a compimento. Non si comprendono, infatti, ancora oggi le ragioni del perché il progetto avviato si sia arrestato e dove siano finiti i fondi stanziati”. Al Comitato può aderire chiunque, ogni cittadina e cittadino che avverta il disagio e la vergogna di appartenere a un territorio dal quale decine e decine di pazienti oncologici sono costretti ogni giorno a spostarsi per raggiungere i reparti di radioterapia distanti anche centinaia di chilometri. Per adesioni e contatti è possibile rivolgersi ai numeri 3394009204 – 3473124368 o inviare una e-mail all’indirizzo comitatoradioterapiatrapani@gmail.com

Come detto in apertura, riteniamo che questa sia davvero una brutta storia, fatta di lungaggini burocratiche e, perché no, ingiustificato disinteresse da parte delle istituzioni. Riteniamo altresì che veicolare queste informazioni sia quanto mai doveroso: bisogna smuovere le acque. La radioterapia è un bene prezioso anche per patologie non oncologiche: negli ultimi anni viene ad esempio adoperata nel trattamento delle aritmie, o anche nel trattamento dei foci di eritropoiesi extra-midollare nei pazienti con talassemia.

Dunque: vogliamo la radioterapia a Trapani, senza se e senza ma!