E’ tornato da Roma soddisfatto il presidente della Regione, Renato Schifani, è stata approvata dalla Commissione Bilancio la norma “Salva Sicilia”, che consentirà di spalmare il disavanzo in 10 anni e non in tre.
Si tratta del debito di 866 milioni di euro contestato dalla Corte dei Conti che non ha parificato il bilancio consuntivo 2020 della Regione siciliana. I giudici contabili avevano infatti passato la palla alla Corte Costituzionale ritenendo illegittima la rateizzazione in dieci anni (invece che in tre) del disavanzo di 2,2 miliardi di euro. Grazie alla norma la Regione non è costretta ad accantonare nella manovra di bilancio 866 milioni di euro in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale.
Una sinergia tra governo regionale e nazionale che tiene anche in piedi i conti dell’Isola come evidenziato dal governatore: “Abbiamo lavorato molto, personalmente e anche come gioco di squadra regionale e nazionale, salvando così il bilancio della Sicilia che rischiava di essere compromesso. Andiamo avanti con determinazione nell’interesse dei siciliani. Abbiamo promesso e ci impegneremo a realizzare un progetto di riforme, sviluppo, crescita e lavoro”.
Soddisfatti Mimmo Turano e Luca Sammartino della Lega, ed entrambi assessori regionali: “L'approvazione dell'emendamento che consentirà alla Regione Siciliana di spalmare il disavanzo in dieci anni piuttosto che in tre è il frutto del grande lavoro portato avanti in piena sintonia tra il governo regionale e quello nazionale e dell’impegno dei parlamentari regionali e nazionali della Lega. Per questo motivo, ringraziamo il ministro all'Economia Giancarlo Giorgetti e il leader Matteo Salvini. La norma approvata - continuano - ci consentirà finalmente di far decollare l'azione amministrativa, di intervenire su tante emergenze e di lavorare a riforme necessarie per la Sicilia. Una norma che si aggiunge a quella prevista nel decreto Aiuti quater che destina alla Regione 200 milioni. Interventi che dimostrano ancora una volta l'interesse della Lega nei confronti della nostra regione e la volontà di intervenire in modo pragmatico ed efficace per risolvere problemi ereditati dal passato. Adesso, la Sicilia può ripartire davvero, con maggiore forza e maggiore ottimismo”.
In Sicilia c’è pure da approvare una legge di bilancio, anche se si lavorerà in esercizio provvisorio fino al 31 di gennaio, il più critico è Cateno De Luca: “Il Governo dia indicazioni a quest’aula su come intende procedere. Riteniamo sia giunto il momento che questo Governo si metta a lavoro per consegnare alla Sicilia una legge di stabilità che finalmente restituisca dignità a questa terra.
Chiedo formalmente presidente di tenere in considerazione il disegno di legge che Sicilia Vera e Sud chiama Nord hanno presentato per consentire all’aula di votare l'esercizio provvisorio fino al 30 di aprile. Siamo di fronte a un quadro onestamente osceno. Perché è osceno rappresentare ai media pezzi di una legge di stabilità che non esiste”.
E poi su alcune questioni importanti De Luca chiede chiarimenti: “C’è inoltre la vicenda che riguarda la scelta di riprogrammare i fondi PSC da destinare al finanziamento di misura di sostegno alle imprese, operanti in Sicilia, per la riduzione dell'aumento dei prezzi dell'energia a seguito del conflitto bellico Russia-Ucraina. Abbiamo posto alcuni importanti interrogativi e attendiamo risposta. Intendiamo conoscere l’elenco dei progetti definanziamenti (riprogrammati); le motivazioni oggettive del mancato raggiungimento degli obiettivi ed i relativi responsabili di misura e RUP; Se siano stati rimossi i motivi ostativi al mancato raggiungimento degli obiettivi per i progetti finanziati a valere del PSC e per i quali si chiede il trascinamento nella nuova programmazione FSC 2021-2027.
Se sussista un preventivo accordo Stato/Regione alla riprogrammazione di dette FSC e delle stesse FSC quali risorse in ambito di regime di aiuto alle PMI; Se si sia certi che la riprogrammazione di dette risorse sia prevista dalla normativa di settore stante che trattasi di fondi per lo sviluppo e coesione utili alla infrastrutturazione. Se sia certo il necessario preventivo assenso della Commissione Europea alla riprogrammazione di dette risorse pena la perdita delle stesse; Se non vi fossero, dalle ricognizioni effettuate, progettazioni in corso di realizzazione (quindi con OGV già assunte a valere di fondi FSC) da parte della Regione Siciliana, quali CDR, o di soggetti beneficiari e/o attuatori (Comuni, etc etc) che non necessitassero delle medesime risorse per aumenti voci prezzari e/o aumenti costi energia per il completamento delle opere e senza le quali si rischia il blocco dei lavori. Esiste già un accordo con lo Stato per destinare queste risorse al pagamento delle bollette? O si continua ancora a giocare sulla pelle dei cittadini e soprattutto ad alimentare speranze in assenza dei titoli giuridici?”.
Nel frattempo all’ARS si è insediata Bernadette Grasso, Forza Italia, prima dei non eletti, dopo la scelta di Tommaso Calderone per il seggio romano, lasciando libera la casella palermitana.
La Grasso ha aderito al gruppo “Forza Italia all’ARS”, guidato dal capogruppo Stefano Pellegrino, mostrando totale allineamento con il presidente Schifani: “Da oggi potrò ancora servire la Sicilia ed in particolare il territorio messinese con la cura che meritano. Ho sostenuto con lealtà il Presidente della Regione Renato Schifani, credendo - anche adesso - nel progetto di una coalizione di centrodestra coesa; tutti attorno alla proposta di una personalità determinata e autorevole. In Assemblea Regionale farò sentire il mio contributo politico, coerente e propositivo”.