Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/12/2022 08:08:00

 Salemi. Arianna Porcelli Safonov e il suo monologo satirico "Mafia e/o Stato"al Centro Kim

Il 30 Dicembre 2022 alle ore 21,15, Arianna Porcelli Safonov, farà tappa al Centro Kim di Salemi con il suo monologo satirico "Mafia e/o Stato". Nata a Roma da papà russo e mamma ligure, Arianna Porcelli Safonov, laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo storia del costume, oggi vive in un paesino di 11 abitanti dell’Oltrepò pavese.

Negli anni passati e’ stata a New York e a Madrid, dove ha lavorato per dieci anni ad organizzare eventi internazionali, viaggiando con le produzioni fino al 2010. Quando ha deciso di lasciare la sua professione di project manager si e’ dedicata a tempo pieno alla scrittura. Rientrata in Italia, nel 2014 ha pubblicato il suo primo libro “Fottuta Campagna” per Fazi Editore, dove racconta l’esperienza vissuta in solitaria sugli Appennini tra Lombardia e Liguria.

Dal 2015 è stata in tour con diversi progetti di satira e critica umoristica al costume sociale italiano. Nel 2017 ha pubblicato sempre con Fazi Editore il libro “Storie di Matti”.

La sua però e’ una scrittura che deve essere letta ad alta voce che diventa, ma solo in apparenza, uno spettacolo semplice di teatro comico. Quando invece non si tratta di una comicità fine a se stessa, ma intende assolvere ad una “missione”.
Una missione, ovviamente, laica, che ha lo scopo di accendere “piccoli focolai di sommossa intellettuale”, come e’ stato fatto rilevare, che sappiano svegliare le menti piu’ assopite dalla monnezza mediatica e di farlo a colpi di risate e schiaffetti culturali.

Un scintilla, nel buio del conformismo, in grado di accendere la speranza anche ai piu’ scettici, a quelli che pensano che la cultura sia morta da tempo ma che ne invocano la rigenerazione.

Sul palco in solitaria Arianna e’ questo che riesce a fare con leggiadria miscelando un linguaggio ricercato ( la scoperta morettiana dell’importanza della “parola”) ad atmosfere quotidiane quanto paradossali sempre denunciando i mali dell’ epoca contemporanea.

Ripetiamo. Venerdì 30 dicembre passerà per Salemi con "Mafia e/o Stato", un monologo che rincorre due ambiziosi obiettivi: quello di incastonare la narrazione satirica in un ambito per nulla divertente, come quello del rapporto Stato-Mafia, e quello di rendere omaggio alla parola "Giudice", così abusata, così dimenticata. Mafia e/o Stato fa ridere e piangere contemporaneamente, fa pentire di essere italiani e fa innamorare di certa gente morta per gli italiani. Tutto questo al costo di un unico biglietto ridotto: un’occasione da non perdere.

“La passione è intransigente, la verità è una”, ama ripetere la scrittrice-attrice. E tanto è stata intransigente la passione di Arianna che l’ha portata a scegliere di vivere in un paese di undici abitanti lontano dallo smog e dai clamori della città.

“Adesso - dice - scrivo e racconto quello che vedo da quassù. Perché da qui il mondo ha un’altra prospettiva, molto più sensata e io sono finalmente libera.” “Ridere fa bene, serve a rendersi conto delle assurdità che ci circondano: apericene, prodotti biologici costosissimi, affitti spropositati per vivere in città, smartphone, like, condivisioni, followers. C’è chi ucciderebbe per un like su facebook. Far ridere è la mia missione, nel mondo in cui viviamo manca della contabilità dei sogni e delle passioni. Io faccio ridere con l’intento di ridare il giusto obiettivo ai bisogni sociali, che non sono solo quelli dei disperati ma quelli di tutte le persone. La mia è una risata che ti fa dire “Che vita di merda!”.

Franco Ciro Lo Re