"Chi attacca Enza Rando con accuse tanto assurde quanto grossolane, si colloca oggettivamente al fianco delle mafie". Per questa frase rivolta al giornalista Giuseppe Leonelli, ai tempi direttore del giornale modenese Prima Pagina e ora direttore del quotidiano on line La Pressa, ieri 17 gennaio, in Tribunale a Modena è stato condannato in primo grado l'allora referente provinciale di Libera Modena, Maurizio Piccinini. Leonelli, difeso dall'avvocato Umberto Rossi del Foro di Modena, ad agosto 2016 pubblicò una inchiesta nella quale, tra l'altro, venivano elencate le consulenze nell'orbita del centrosinistra modenese della ex vicepresidente nazionale di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Enza Rando, avvocato di Modena, oggi senatrice eletta nelle liste Pd. Piccinini, a commento di quegli articoli, pubblicò su Facebook un post nel quale accusava appunto chi attaccava Enza Rando, in quel caso Giuseppe Leonelli, di essere di fatto un fiancheggiatore delle mafie. Il Giudice di Modena ha ravvisato in quelle dichiarazioni il reato di diffamazione condannando Piccinini a risarcire Leonelli per una cifra pari a 4mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali. Una sentenza che conferma un principio chiaro, che non è possibile dare del fiancheggiatore delle mafie a un giornalista che scrive cose non gradite, neppure se al centro degli articoli di questo giornalista vi è una esponente nazionale di una associazione importante come Libera, impegnata nel fondamentale compito di contribuire a una cultura di contrasto alla criminalità organizzata.