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22/01/2023 06:00:00

Messina Denaro, l'auto comprata dal boss a Palermo. Quattro i telefonini al vaglio degli inquirenti

Proseguono le indagini sui fiancheggiatori che seguono la cattura di Matteo Messina Denaro e che al momento ruotano attorno alle due persone che hanno favorito il boss castelvetranese: l’autista che lo ha accompagnato a Palermo in Clinica, Giovanni Luppino e la persona che ha, invece, ceduto la sua identità al boss di Cosa nostra, Andrea Bonafede. Ieri il ritrovamento dell'auto di Messina Denaro che ha comprato lui stesso a Palermo, mentre gli inquirenti stanno analizzando, tramite degli esperti, i quattro telefonini sequestrati, due al boss e due al suo autista. 

L'Alfa Romeo Giulietta nera - Una Alfa Romeo Giulietta nera, è questa l'auto che aveva a disposizione il boss Matteo Messina Denaro. E' stata trovata ieri dalla polizia, vicino al terzo covo e alla casa di Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss alla Clinica La Maddalena. Nel borsello del capomafia i carabinieri avevano trovato una chiave di un'Alfa Romeo. Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta. Gli investigatori hanno successivamente ricostruito, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capomafia, risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Ma soltanto ora la Giulietta è stata ritrovata. L'auto era in un garage del figlio di Giovanni Luppino, l'incensurato imprenditore agricolo che ha accompagnato il padrino di Castelvetrano alla casa di cura ed è stato arrestato con lui. Agli inquirenti ha detto di non aver saputo, fino al giorno del blitz, chi fosse il suo "passeggero" che, prima di allora, aveva visto solo una volta alcuni mesi fa. "Mi era stato presentato come Francesco e domenica sera mi ha chiesto di accompagnarlo dicendomi che doveva fare delle cure per il cancro", si è difeso.

 

Auto comprata da Messina Denaro a Palermo -  Tra i pizzini sequestrati all'agricoltore/autista del boss è spuntato uno con scritto "guarnizione di sportello lato guida di Giulietta 1.6 ultima serie". Un promemoria di acquisto di un pezzo per auto, guarda caso la stessa di Messina Denaro ritrovata oggi. La Giulietta è stata perquisita dalla polizia su disposizione del procuratore aggiunto Paolo Guido. All'interno non sarebbero stati trovati documenti o materiale rilevante, né sarebbe stato trovato un gps utile a ricostruire gli spostamenti del capomafia. Secondo gli investigatori, però, la macchina sarebbe stata acquistata dal capomafia in persona. Messina Denaro, a gennaio del 2022, sarebbe andato in una concessionaria di Palermo avrebbe dato in permuta una Fiat 500 e avrebbe pagato 10mila euro in contanti. Sia il contratto di acquisto che la permuta sono intestate ad una anziana disabile di 87 anni madre di Andrea Bonafede, il geometra di Campobello che avrebbe prestato l'identità al boss almeno dal 2020, data del primo intervento chirurgico al quale il capomafia si è sottoposto all'ospedale di Campobello di Mazara.

Quattro i telefonini sequestrati - Gli inquirenti stanno analizzando i quattro cellulari sequestrati: due di Messina Denaro e due di Luppino che, come ha notato il gip nell'ordinanza con la quale ha disposto il carcere per l'autista, teneva i due apparecchi in modalità aereo la mattina dell'arresto. Uno dei telefonini del capomafia, intestato a Bonafede, è stato "seguito" dagli investigatori la mattina del blitz. Le celle agganciate hanno confermato i sospetti dei carabinieri sui movimenti di Messina Denaro, alias Bonafede, che da Campobello di Mazara viaggiava verso Palermo. Nella libreria del covo del capomafia, infine, oltre a libri di storia e filosofia, sono state trovate due biografie: una di Vladimir Putin, l'altra di Hitler.

 La stanza segreta di Messina Denaro -  I finanzieri del Gico sono entrati nella stanza blindata, in uno dei covid si Messina Denaro, nascosta dietro un armadio. Dopo il ritrovamento di tre covi e la perquisizione della casa della madre di Andrea Bonafede, l'uomo che ha prestato la sua identità all'ormai ex superlatitante, è stata ispezionata anche l'abitazione di un avvocato che dista circa 800 metri dal terzo covo, e quella di fronte all'abitazione del fratello del boss. In uno di questi covi i finanzieri del Gico hanno trovato una stanza segreta, nascosta dietro un armadio. In fondo all'appartamento i finanzieri hanno trovato un armadio dal quale si poteva accedere - tramite una parete di legno scorrevole - alla stanza blindata, nascondiglio del boss. All'interno uno scaffale con delle scatole: trovati gioielli, pietre preziose, quadri ma anche scatoloni vuoti.