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26/01/2023 06:00:00

L'ospedale di Marsala sta sempre peggio: tra incuria, mancanza di medici e l'indifferenza della politica

 Nessuno parla più dell’ospedale di Marsala, tutto va bene, calata ogni attenzione, del resto è finita la campagna elettorale. La sanità marsalese non interessa a nessuno dei deputati eletti, non interessa a Nicola Catania che si batte per gli unici due ospedali più vicini a Partanna, Mazara e Castelvetrano.

Il Paolo Borsellino vaga nel limbo dell’inesistenza, tra medici che sono disperati e che non ce la fanno più, però si guardano bene dal volere rilasciare una dichiarazione pubblica, devono prima chiedere autorizzazione all’ASP, si lamentano, unitamente agli infermieri, in silenzio di tutto: dai turni estenuanti, dai medici che non ci sono, dagli spazi lasciati all’incuria, con una sala operatoria al primo piano, dove si trova tutto il complesso operatorio, con infiltrazioni di acqua. Eppure si tratta di un ospedale di nuova generazione ma l’incuria della politica e anche della stessa sanità ne hanno consegnato un declino inesorabile.

I pazienti lamentano la poca accortezza degli addetti ai lavori, le lenzuola bucate (certo, in ospedale non ci si aspettano le lenzuola di seta ma nemmeno strappate).

Il sindaco di Marsala Massimo Grillo, poco prima di Natale, aveva dichiarato che la sanità non è sua competenza, un errore speriamo in un buona fede perché qualunque sindaco è il responsabile della sanità della propria città, dunque il mal funzionamento del nosocomio cittadino è anche colpa del Primo Cittadino che, evidentemente, è troppo occupato a rammendare gli strappi politici consumati, a ricamare una maggioranza che non ha più, che a mettere mani al suo ospedale con chi di competenza.

Il Pronto Soccorso racchiude tutto quel malcontento, ore infinite di attesa, medici non sufficienti e incapacità a gestire una utenza che non tiene conto della popolazione numerosa di tutto il comprensorio.

Deputazione regionale non pervenuta, si occupano di tutto tranne dell’ospedale, eppure da quella sanità attingono anche al loro bacino di voto.

Infine il dramma dei medici dai capelli troppo bianchi, la cui età media è sopra i 55, non c’è un ricambio generazionale, i concorsi vanno a vuoto, le giovani leve preferiscono andare altrove o, addirittura, scelgono la sanità privata. La carenza di organico è comune a tutti gli ospedali pubblici italiani, un sistema che è andato in tilt, un gap che si è ancora di più acuito tra il Sud e il Nord.