"Perdonami papà". Così comincia la lettera che Ernesto Favara, l'uomo di 63 anni che la vigilia di Natale ha ucciso la moglie, Maria Amatuzzo, di 29 anni, a Selinunte, dal carcere ha scritto al suocero.
Favara si trova rinchiuso al "Pietro Cerulli" di Trapani, in una lettera inviata al padre della giovane che ha ucciso con 12 coltellate chiede scusa. Dice di sentirsi affranto e che ha sbagliato.
Il padre di Maria Amatuzzo, tramite il suo legale, l'avvocato Vito Daniele Cimiotta, del Foro di Marsala, fa sapere che non avrà mai alcun sentimento di perdono nei confronti dell'uomo che gli ha portato via, così brutalmente, la figlia. "La missiva - commenta il legale - secondo me, è indicativa della personalità di questo soggetto".
Maria Amatuzzo è stata uccisa all'interno dell'abitazione in cui fino a poco tempo prima viveva con il marito, che lei, a quanto pare, aveva deciso di lasciare. Favara fu bloccato dai carabinieri, avvertiti da alcuni vicini di casa che avevano udito le grida. L'uomo è a processo davanti al Tribunale di Marsala per lesioni personali, minacce e maltrattamenti familiari contro la moglie.