“Inconcepibile ed inammissibile che l’Amministrazione comunale di San Vito Lo Capo possa cancellare come con un colpo di spugna il lavoro fatto negli anni dai concessori balneari locali, che molto hanno contribuito allo sviluppo del comparto turistico tutto, e alcuni dei quali vantano più di quarant'anni di attività”. Sono parole forti quelle di Francesco Cicala, Segretario della sezione provinciale di CNA, che negli ultimi anni molto si è interessato al controverso tema delle concessioni balneari in Italia e che, ad oggi, ci mette la faccia a sostegno dei diritti degli attuali operatori di San Vito Lo Capo.
Venticinque di questi, supportati dal consulente legale di CNA nazionale- hanno presentato opposizione, proprio in questi giorni, contro l’approvazione del nuovo Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM) adottato dalla Giunta Comunale di San Vito Lo Capo e approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n° 54 del 27 dicembre 2022.
Nel documento - indirizzato oltre che al Comune di San Vito Lo Capo, anche alla Presidenza della Regione Siciliana - viene evidenziato, sotto diversi aspetti, come nel nuovo Piano adottato dal Comune del trapanese, pur essendo garantita la vigenza delle attuali concessioni, "è sin da subito lesiva la previsione della soppressione delle stesse allo scadere del titolo oggi in essere” (la scadenza è prevista al 31 dicembre 2023, sebbene le concessioni in oggetto siano antecedenti alla Direttiva Servizi, con diritti acquisiti fino a dicembre 2033).
In particolare, si legge ancora nello scritto del legale, “in base all’adottato PUDM, le concessioni di cui gli odierni esponenti sono titolari sono destinate ad essere illegittimamente soppresse”.
Il legale esperto in materia argomenta le motivazioni per cui il Piano presenta “vizi di eccesso di potere per difetto di istruttoria”, oltre che “carenza di motivazione”.
Nello specifico, “il PUDM comprometterà l’esercizio della libertà d’iniziativa economica degli attuali operatori balneari, comportando l’artificiosa frammentazione e/o estinzione dei rispettivi compendi aziendali. Il Piano riduce e accorpa le vigenti aree date in concessione ledendo la stabilità dei rapporti concessori in essere". Inoltre contrasta con gli articoli 3 e 4 della legge sulla tutela della concorrenza, la 118 del 5 agosto 2022, che prevede tra l'altro indennizzi per i concessori uscenti.
Il Piano adottato - si legge ancora nel documento redatto dal legale di Cna- "ridurrà il numero degli operatori presenti sul litorale Comunale, finendo dunque per disattendere le finalità della Direttiva europea 123 del 2006", la Bolkestein, che mira a creare un mercato unico dei servizi, incentrato sui pilastri delle libertà di circolazione dei servizi (art. 56 TFUE) e di stabilimento dei prestatori (art. 49 TFUE).
Nel documento elaborato dal legale si evidenzia inoltre come il Pudm sia stato "adottato senza garantire la partecipazione al procedimento degli operatori interessati da esso”.
A nome dei 25 operatori del turismo, uniti per la causa in oggetto, viene chiesto alla Regione Siciliana e al Comune di San Vito Lo Capo, secondo le rispettive competenze, di "riesaminare il suddetto PUDM, riaprendone l'istruttoria e garantendo la partecipazione procedimentale degli operatori interessati".
Intanto, a seguito dell'Assemblea organizzata lo scorso 21 gennaio a Pozzallo per discutere del tema, Cna Trapani- in sinergia con il sistema Cna regionale e con quello nazionale- sta già organizzando un incontro con l'Assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana, per far presenti le istanze degli operatori del settore.
"Siamo sempre aperti al dialogo ma non possiamo non difendere gli interessi legittimi di tanti imprenditori del territorio- dichiara Gianpaolo Miceli, coordinatore di Cna Balneari Sicilia- Si tratta di microimprese familiari legittimamente insediate sul demanio che vogliono continuare il loro lavoro a sostegno dell'economia turistica siciliana. Non vogliamo immaginare San Vito come caso nazionale in negativo, speriamo piuttosto che l'Ente si ravveda,e auspichiamo una rapida azione risolutiva".
L'evoluzione del caso San Vito Lo Capo si appresta a divenire determinante per la riforma della normativa nazionale, tuttora in corso in quanto non ancora allineata alle norme europee e oggetto di controversie.