La Finanziaria delle mancette mette a rischio i conti della Sicilia? E' la domanda che cominiciano a farsi in tanti, dopo quello che è accaduto la settimana scorsa all'Ars, quando è stata approvata in commissione la bozza della Finanziaria che adesso arriva in aula. E' una Finanziaria del "volemose bene", dato che, per evitare trappole, il centrodestra ha aperto ai "desiderata" dei deputati dell'opposizione, che hanno frammentato così la spesa in tanti rivoli per finanziare questo o quell'evento.
La Finanziaria si compone di circa 30 articoli ma il suo esame comincerà la settimana prossima, ma montano le polemiche, anche nella maggioranza, per la moltiplicazione della spesa frutto degli emendamenti approvati in commissione Bilancio.
L’assessore agli Enti Locali Andrea Messina, ad esempio, proverà a cancellare tutti gli emendamenti che hanno radicalmente modificato il piano del governo per assegnare i fondi a Comuni e Province.
La norma originaria del governo prevedeva un budget di 327 milioni. Ma Messina ha calcolato che gli emendamenti dei deputati che hanno creato riserve sul fondo per gli enti locali ha fatto scendere questo budget generale fino a 260 milioni. «C’è un tentativo di aggressione al fondo autonomie locali - ha detto Messina -. E il governo dovrà difendersi».
Il fatto è che gli emendamenti di Pd, grillini e Sud chiama nord hanno fatto piovere contributi e aumentare la spesa di 40 milioni circa. Ci sono 15 milioni per aiutare le famiglie indigenti, almeno una quarantina per finanziare fuochi d’artificio, festival, carnevali e campi sportivi. Tra i provvedimenti ci sono finanziamenti per il festival dei giochi d’artificio di Gualtieri Sciaminò, il Carnevale di Termini Imerese, il festival del Sorbetto e per il Kitesurf a Marsala.
Si alza pertanto la levata di scudi dei Sindaci siciliani. "Manifestiamo la nostra insoddisfazione per il confronto che vi è stato fin qui con i comuni e chiediamo che si mantengano gli impegni assunti in Commissione Bilancio. Le Autonomie locali dell’Isola rivendicano di essere a pieno titolo uno degli attori istituzionali della trattativa che riguarda gli accordi tra Stato e Regione Siciliana sul presupposto che le relative risorse debbano essere destinate anche ai comuni. Se pensiamo, per esempio, ai risparmi sulla compartecipazione per la spesa sanitaria ci sembra paradossale che la Regione, attraverso le ASP, non contribuisca adeguatamente ai costi per le rette di ricovero dei disabili psichici” spiega il nuovo presidente dell'Anci regionale, Amenta.
“Per ciò che attiene alle risorse destinate agli Enti locali siamo di fronte ad un taglio netto, anziché ad un doveroso incremento delle stesse. Per di più ciò sta avvenendo per scelte e per contributi di dubbia utilità anche per gli stessi destinatari. Dal fondo per i comuni sono stati sottratti oltre 60 milioni di euro, molti dei quali destinati a investimenti e a scelte di carattere particolare di cui non ha bisogno la Sicilia e di cui non hanno bisogno persino gli stessi comuni beneficiari. A ciò si aggiungano ulteriori 60 milioni anch’essi per finalità specifiche che potevano invece essere destinati ad incrementare il fondo per i comuni. In questo contesto - spiega Amenta - rispetto alle diverse interlocuzioni che sono avvenute in materia di indennità, vogliamo precisare l’ANCI Sicilia non fa rientrare nel novero delle richieste il completo adeguamento delle stesse. Infatti, così come già avvenuto a livello nazionale, riteniamo che l’adeguamento delle indennità rappresenti una scelta doverosa da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana, quale segnale di attenzione alla dignità istituzionale degli amministratori comunali".
“Ho chiesto un incontro al presidente della Regione, Renato Schifani e al presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, in quanto riteniamo inaccettabile che venga approvato l’attuale testo della Legge di Stabilità regionale 2023-2025. In questa fase storica – conclude Paolo Amenta, presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani - abbiamo fin troppe risorse per investimenti e pochissime risorse per la spesa ordinaria e nessuna per dotarci di professionalità capaci di far fronte alla sfida del PNRR e a quella della Programmazione 2021-2027. Il Giorno 8 febbraio proporrò al Consiglio regionale dell’Associazione, come aveva suggerito il presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, di chiedere che i comuni interessati, in segno di protesta, rinuncino alle poche inutili risorse che gli sono state attribuite per finalità particolari e, in assenza di un testo condiviso con le autonomie locali di attivare le più incisive forme di mobilitazione per ottenere una revisione del testo”.