E’ tornata in Aula, all’ARS, la Finanziaria. Una pioggia di emendamenti, a tratti come se non si tenesse conto della drammatica crisi che attaglia il territorio siciliano: sono bene 118 gli emendamenti presentati per una Legge di Bilancio che vale 16,5 miliardi.
Sarà anche questa volta una maratona: deve essere approvata entro il 10 febbraio.
C’è spazio per tutti, per chi caldeggia la sagra, la festa padronale, una fiera, un contentino per consentire ai deputati di fare i comunicati stampa di conquista per il territorio, a dimostrazione di una esistenza in vita.
Maratona e contentino a parte questa Legge di Stabilità consentirà al presidente della Regione, Renato Schifani, di sopravvivere e, al netto dei franchi tiratori, la maggioranza si presenta compatta rispetto a qualche settimana fa.
Ma questa è anche la Finanziara che farà i conti a brevissimo con tante questioni aperte alla Corte dei Conti, non in ultimo con la Corte Costituzionale per quel giudizio di parifica che riguarda il rendiconto del 2020, il “Salva Sicilia” prevede il ripianamento dei conti con lo Stato con il ridimensionamento delle spese in alcuni settori di spesa regionale.
A manovra approvata e portata a casa bisognerà comprendere che tipo di spesa verrà fatta dalla Regione.
E ieri mattina la seduta si è aperta con la relazione del presidente della Commissione Bilancio, Dario Daidone, che ha sottolineato subito come la Finanziaria è condizionata all’accordo stipulato tra la Regione e lo Stato: “Ci si pone l’obiettivo di fronteggiare gli effetti economici del notevole aumento dell’inflazione verificatosi negli ultimi mesi, con particolare riferimento al costo dell’energia, e ciò attraverso misure di aiuto agli enti locali, alle famiglie e alle imprese”.
A tenere banco Cateno De Luca con il suo intervento: “L’assessore Falcone ha ascoltato il consiglio di cambiare viagra. In questo caso possiamo dire che l’opposizione è stato il viagra che gli ha consentito di migliorare la sua prestazione. Approvare il bilancio nei termini prestabiliti dalla legge significa evitare tutta una serie di fenomeni consequenziali di cui questa regione continua a pagare le conseguenze e che sono state legate fino ad oggi ad un proprio comportamento patologico".
Il Partito Democratico con Michele Catanzaro, capogruppo, ha parlato di una Finanziaria spot, che non ha strategie e che non serve alla Sicilia.
Invertire la rotta rispetto al passato, è questo quello che auspica Cateno De Luca:“Nel momento storico in cui ci troviamo con la discussione sull’autonomia differenziata, che quest’aula non ha ancora affrontato, e con le regioni del nord che chiedono altre risorse a noi viene rimproverato di non essere in grado di spendere le risorse che seppur aggiuntive ci vengono assegnate. È arrivato il momento di dimostrare di avere le cosiddette “carte in regola”. Quelle carte in regola di cui il compianto Pier Santi Mattarella aveva fatto una missione di vita. Abbiamo di fronte a noi una grande sfida e mi auguro che il lavoro svolto fino ad oggi rappresenti solo la premessa di un percorso che ci consentirà di raggiungere un obiettivo fondamentale, avere finalmente le “carte in regola”. Se riusciremo in questo avremo vinto tutti, avrà vinto la Sicilia.”
Positivo e soddisfatto è il capogruppo di Forza Italia, Stefano Pellegrino: “Il Disegno di legge finanziaria che l'Assemblea sta esaminando segna l'avvio di grandi cambiamenti e riforme, ed è caratterizzato da tre elementi fondamentali che sono il frutto del lavoro svolto in Commissione dalla maggioranza e dall'opposizione, in linea con l'indirizzo politico dato dal Governo Schifani. Questi elementi sono la certezza dei conti, il sostegno all'economia e ai servizi e, soprattutto, un processo di partecipazione e ascolto che ha coinvolto tutte le forze politiche e tutte le parti sociali, isindacati, le organizzazioni di categoria.” Pellegrino ha in particolare sottolineato le risorse destinate alle assunzioni, all'aumento delle ore per gli ASU e quelle per i Comuni: “Destinate a dare sostegno e spinta al lavoro svolto dai sindaci grazie alle risorse per la programmazione e al fatto che sarà chiaro da subito quale sarà la disponibilità su cui potranno contare gli enti locali, anche con somme appostate per compensare il rischio di squilibrio che può venire dall'abolizione di riserve e accantonamenti che in passato portavano disparità fra enti locali del territorio."