L’assoluzione per la particolare “tenuità” dei fatti è stata invocata dal pubblico ministero nel processo che in Tribunale, a Marsala, vede imputato un maresciallo dei carabinieri (Vincenzo Di Girolamo) a seguito di una lite su un “diritto di passaggio” su un terreno. Lite per la quale il sottufficiale è stato accusato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, violenza privata e minaccia.
Teatro dei fatti è stata una contrada del versante nord marsalese. Alla prima udienza, davanti al giudice monocratico Ernesto Vallone, il sottufficiale, tramite il suo difensore, l’avvocato Piero Cavasino, ha chiesto il rito abbreviato. La “parte offesa”, A.L., di 61 anni, è assistita dall’avvocato trapanese Iolanda Frazzitta e si è costituita parte civile. A differenza del pm, il legale di parte civile ha invocato la condanna per tutti i capi di imputazione. La sentenza potrebbe essere emessa martedì prossimo. A Di Girolamo l’accusa ha contestato di “avere eluso” il provvedimento del Tribunale civile di Marsala nella parte in cui veniva obbligato a ripristinare una “servitù di passaggio” sul proprio terreno in favore del confinante. E sempre secondo l’iniziale accusa, quando quest’ultimo, insieme ad un giovane immigrato che era con lui, cercò di passare, non solo glielo avrebbe impedito (reato di violenza privata), ma lo avrebbe anche minacciato dicendogli: “… da qui non ci dovete passare… vi faccio passare i guai”.
I fatti sono datati in un periodo che nelle carte viene definito “fino al 7 ottobre 2020”. Sarebbe stata questa la giornata in cui avvenne la lite da cui, poi, è sfociato il procedimento penale a carico del militare. Quel giorno, Di Girolamo chiamò anche i colleghi della stazione di Santi Filippo e Giacomo. Intervenne, quindi, una pattuglia che poi relazionò sull’accaduto. A.L., naturalmente, fece presente che il giudice civile aveva sentenziato che lui aveva diritto di passare su quel terreno e che ciò invece gli veniva impedito. L’indagine sul caso, svolta dalla sezione di pg dei carabinieri della Procura, comandata dal luogotenente Francesco Pellegrino, è stata coordinata dal procuratore capo facente funzioni Roberto Piscitello, che dispose la citazione diretta a giudizio del maresciallo Di Girolamo. In indagini difensive, poi, l’avvocato Piero Cavasino ascoltò i militari della pattuglia intervenuta il 7 ottobre 2020 su richiesta dello stesso Di Girolamo.