Dalle biografie dei personaggi che hanno fatto la storia ai classici intramontabili, i gialli storici, alcune raccolte di poesie e qualche testo di filosofia. Sono diversi i generi letterari trovati nella libreria dell’appartamento di Campobello dove ha vissuto fino al giorno dell’arresto Matteo Messina Denaro.
56 libri, per la maggior parte in edizioni commerciali, quelli che si trovano in edicola, ma che testimoniano un interesse particolare per i protagonisti della storia o comunque importanti per la loro epoca e chissà, forse si rispecchiava o in qualche modo cercava un collegamento con la sua storia personale.
Non è stato trovato nella libreria del boss un testo che racconta le sue “gesta”, c’era, invece, la biografia di Pablo Escobar, il “re della droga”, ma non è la sola biografia criminale trovata, c’è il romanzo dello scrittore francese Olivier Guez, “La scomparsa di Josef Mengele”, che racconta la fuga in Argentina del medico divenuto l’ingegnere della selezione nazista della razza. Tra le letture di Messina Denaro anche “I figli venuti male”, che racconta la storia di Andrea Ghira, uno dei massacratori del Circeo. Tra le atre biografie il libro “Open”, sulla storia del tennista Andrè Agassi, e “Non mi avete fatto niente” con le memorie di Fabrizio Corona.
Altro testo che colpisce tra le letture che il boss ha fatto e che aveva nel suo covo è “La stanza numero 30” in cui il magistrato Ilda Boccassini racconta la propria esperienza di magistrata amica di Giovanni Falcone, che dopo la strage di Capaci fu in Sicilia per dare la caccia ai mafiosi responsabili della strage. C’è inoltre la storia di Putin ricostruita da Nicolai Lilin nel suo “L’ultimo zar. Da San Pietroburgo all’Ucraina”. Ma dello scrittore di origini moldavo-siberiane, «l’ultimo padrino» aveva anche un romanzo, Spy story love story, con protagonista un giovane killer su commissione al quale piace rifugiarsi nei romanzi.
Con la narrativa il boss ha letto la storia di Hitler, con il libro “Le assaggiatrici”, racconta la storia di una donna al servizio della sicurezza del fuhrer, libro di Rosella Postorino vincitrice del premio Campiello; dalle pagine di “L’ho sempre saputo”, invece, ha potuto conoscere la visione del mondo e della vita dell’ex brigatista rossa Barbara Balzerani, condannata per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Infine, tra i libri di Messina Denaro, anche “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Tra i diversi classici della letteratura, trovano spazio Dostoevskij (Le notti bianche) a Baudelaire (I fiori del male e altre poesie), Céline (Viaggio al termine della notte). Nelle mensole contenenti i libri del boss c’erano quattro volumi di Charles Bukowski, ma anche Mario Vargas Llosa (La zia Julia e lo scribacchino e La città e i cani), Haruki Murakami e Isabel Allende. Romanzi e thriller storici sono probabilmente i preferiti di Messina Denaro che aveva testi di Valerio Massimo Manfredi, Marcello Simoni, Danila Comastri Montanari e il tedesco Frank Schatzing, presente con tre volumi che sfociano nella fantascienza.
I film del boss, 212 dvd - Oltre ai 56 libri i carabinieri del Ros hanno trovato 212 dvd nel soggiorno di Messina Denaro. Tra i titoli trovati la "Storia del fascismo - le origini 1912-1922, i primi passi di Mussolini al governo", una produzione Rai Trade. Poi, "Apocalypse now" di Francis Ford Coppola e "L'ultimo guerriero", interpretato da Jean Reno. A seguire, "Alexandre", incentrato sulla figura di Alessandro Magno, e "Un piano perfetto", commedia francese del 2012, e ancora Django Unchained di Quentin Tarantino.
Ed ancora L'immortale diretto da Marco D'Amore, la storia di un camorrista. Ma anche Il pescatore di sogni o Tra le nuvole, con protagonista Ryan Bingham che è un cinico manager, definito un "tagliatore di teste", che vive perennemente in viaggio. Una storia simile alla sua vicenda. Tra gli altri film "Robin Hood", "Attacco al potere", ma anche il "Solitario", il film che racconta di un killer mercenario che uccide per conto della malavita giapponese. Nella collezione c'è pure "La talpa", ambientato nell'ottobre 1973. Nella sua collezione c’era anche “Il gladiatore” e film di genere più frivolo come "Sex and the City".
Chiesta la scarcerazione per Tumbarello - I legali di Alfonso Tumbarello il medico di Campobello di Mazara che ha avuto in cura per due anni il boss Matteo Messina Denaro, arrestato per concorso in associazione mafiosa e falso ideologico, hanno fatto istanza di scarcerazione. Per i pm della dda Piero Padova e Gianluca De Leo, Tumbarello avrebbe assicurato all’ex latitante di Castelvetrano l’accesso alle cure del servizio sanitario nazionale grazie ad un percorso terapeutico durato più di due anni con oltre 130 prescrizioni sanitarie intestate falsamente al geometra Andrea Bonafede. Il cugino omonimo di quest’ultimo, invece, operaio, impiegato al Comune di Campobello, aveva il compito di ritirare le prescrizioni di farmaci ed esami clinici fatte da Tumbarello e di consegnare al medico la documentazione sanitaria del boss.
Sindaco di Campobello, Castiglione: “la cattura di Messina Denaro ci libera da una cappa” – “Oggi Campobello ha la possibilità di riscattarsi”: è il messaggio lanciato da Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, il paese in cui si nascondeva il boss Messina Denaro, intervenuto al convegno “Possiamo sempre fare qualcosa”. “La cattura, un mese fa, di Matteo Messina Denaro ha liberato il nostro territorio – le parole del sindaco - dalla pesante cappa che per troppo tempo ci ha oppresso, rappresentando una rassicurante testimonianza della presenza dello Stato. Ed è proprio da questa consapevolezza che dobbiamo ripartire. Lo Stato c'è e noi dobbiamo avere fiducia in esso, respingendo ogni compromesso, anche nelle piccole azioni quotidiane, e allontanando la paura, quella fragilità umana, che talvolta può sconfinare nell’omertà e che costituisce potenziale terreno fertile per l’attecchimento del fenomeno mafioso”.
La "geopolitica" di Matteo Messina Denaro sulla crisi Ucraina – Con alcuni audio trasmessi ieri sera nel corso della trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, si è venuti a conoscenza di ciò che pensa il boss riguardo alla guerra in Ucraina. Secondo Messina Denaro è tutta colpa del presidente Volodymyr Zelensky e degli occidentali che non smettono di inviare armi. È la sconcertante tesi del boss Matteo Messina Denaro che nella chat con una delle pazienti conosciuta alla clinica «La Maddalena» dove era in cura si lancia in un’analisi di vera e propria geopolitica sul conflitto in corso. «Perché invece di fornire armi, gli stati occidentali non dicono a questo... di presidente di dimettersi? Sistemare le cose e fornire aiuti umanitari... Nel momento in cui si arriverà a questo ti assicuro che io sarò il primo a fare beneficenza a queste persone». E poi aggiunge: «Il discorso nasce nel 2014, quando gli Stati Uniti hanno fomentato un colpo di stato, è salito questo... (Zelensky) ed è da otto anni che uccidono persone nel Donbass».