Che qualche cosa di grosso, e di tossico, si muovesse a Sappusi era nell’aria. In questi anni avevamo intuito che il consumo di stupefacenti fosse aumentato e che ci fosse un gran giro di droga a Marsala. Soprattutto tra giovanissimi, e soprattutto con una droga che tanto nuova non è, ma che negli ultimi anni ha scalzato gli altri stupefacenti. Parliamo del crack, una sintesi molto più dannosa della cocaina, dal costo bassissimo ma che crea una dipendenza elevata, in grado di mandare in palla il corpo se si resta senza.
A Sappusi è stata smantellata quella che viene ritenuta la principale piazza di spaccio esistente a Marsala. Una delle tante, purtroppo, che trasversalmente soddisfava i bisogni sempre più pressanti di tossicodipendenti. Trasversalmente, appunto, con clienti di ogni estrazione sociale.
L’inchiesta coordinata dalla Procura e condotta dalla Compagnia dei carabinieri di Marsala è partita nel 2019, concentrandosi sulla via Virgilio, una strada del quartiere popolare Sappusi, diventata vera e propria piazza di spaccio. In questi anni, in effetti, sono state tante le segnalazioni dei cittadini della zona che denunciavano un clima insostenibile. Un via vai di acquirenti che spesso consumavano proprio lì, in mezzo alle case popolari, in un quartiere che tenta la rinascita. Proprio accanto la via Virgilio c’è, ad esempio, il centro sociale coordinato da diverse associazioni che ogni giorno offrono un’alternativa ai ragazzi del quartiere. I cittadini, ad esempio, hanno denunciato più volte quanto avveniva all’interno della ex scuola Lombardo Radice, soprannominata la scuola della droga. Qui, in basso, un nostro servizio di qualche tempo fa all’interno della scuola in cui i tossicodipendenti andavano a consumare la droga comprata a poche decine di metri di distanza.
"Bisogna capire da dove viene questa droga" diceva preoccupato un cittadino del quartiere. Adesso si sa.
TRE FILONI, TRE GRUPPI
In questo contesto si sono sviluppate in tre fasi le indagini dei carabinieri. La prima fase delle indagini, tra il novembre 2019 e il marzo 2020, originata da un’inchiesta giornalistica e attraverso intercettazioni telefoniche che ha portato a diversi sequestri di droga, ha portato a ricostruire modalità di gestione e approvvigionamento da parte di due dei tre gruppi di spaccio che agivano su via Virgilio. Tutti e tre guidati da donne. Il primo gruppo gestito da Arianna Torre, il secondo da Alessia Angileri. Il terzo gruppo è stato scoperto nella seconda fase dell’inchiesta, ed è quello guidato da Gisella Angileri (sorella di Alessia) e Alessio Vito Allegra. Questa seconda fase parte dalle indagini in seguito alla morte per overdose di una donna, trovata senza vita la notte del 14 ottobre 2021 all’interno della sua auto. La donna aveva comprato la droga a Sappusi, dalle sorelle Angileri o da Arianna Torre. E’ emerso, qui, infatti, che spesso veniva venduta della droga tagliata male. In questa seconda fase è stata scoperta l’attività di “pescaggio” dei tossicodipendenti. La terza fase parte invece dal caso del ragazzo che ha comprato oltre 70 mila euro di crack, 1300 dosi, in meno di un anno. Il giovane avrebbe minacciato e aggredito la madre e la zia per avere i soldi per comprare la droga. E’ una delle storie di tossicodipendenza più drammatiche che viene fuori da questa indagine.
IL GRUPPO DI TORRE
Una donna sola al comando di un gruppo di corrieri e spacciatori. Arianna Torre, per gli investigatori, gestiva un gran traffico di droga nel quartiere. Per gli investigatori era “punto di riferimento per i tossicodipendenti marsalesi che si approvvigionano nel quartiere Sappusi”. Poi c’è Michele Adorno, marsalese, il corriere della droga. Parte da Marsala, verso Palermo a comprare lo stupefacente. Il tutto in autobus, per evitare seccature e posti di blocco. Adorno, un giorno, viene fermato appena sceso dall’autobus, a Sappusi, a due passi dalla piazza di spaccio. Gli trovano addosso oltre 70 grammi di droga.
La droga la fornisce il palermitano Giuseppe Caruso con cui Torre ha un rapporto di lunga data. Poi ci sono Sergio Sangiorgio e Antonino La Mattina, che si occupano di riscuotere per conto di Caruso le somme dovute da Torre per l’eroina acquistata. Quando arrestano Adorno, Arianna Torre e Giuseppe Caruso si incontrano a metà strada. Gli affari non devono interrompersi.
“SOTTO LE FESTE NON POSSIAMO FERMARCI”
“Sotto le feste non possiamo fermarci”. Arianna Torre sa che le feste di Natale sono, solitamente, quelle in cui si fanno maggiori affari nel campo della droga. E’ festa per tutti, anche per i tossicodipendenti, che hanno motivi in più per drogarsi. Con Caruso parla di “magliette Nike” da far arrivare a Marsala in gran quantità.
Arianna Torre viene arrestata la sera del 17 febbraio 2020. Poi le danno l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Si ritiene fortunata, e lo esterna al suo fornitore Giuseppe Caruso. Non demorde, non vuole arrendersi, non fa nulla se l’hanno trovata con della droga, ed è stata adocchiata dai carabinieri. Dice di volersi mettere subito “a lavoro”. Al suo fornitore - che perderebbe una spacciatrice fidata - riferisce che “le disgrazie” subite sono da attribuire alle “infamiate” della concorrenza che vorrebbe prendersi il monopolio dello spaccio nel quartiere. E’ pronta a ripartire.
LA RAGAZZA DISPOSTA A DARE LA PATENTE
Anche perchè c’è una lista lunga di clienti da soddisfare. Clienti disposti a tutto pur di avere una dose di crack, o di cocaina, o ancora di eroina. C’è un episodio che per gli investigatori evidenzia “uno degli aspetti più degradante che caratterizza l’ambiente dei tossici”, che hanno l’esigenza di ottenere la droga ad ogni costo. Alcuni di loro, infatti, senza un euro in tasca, chiedono agli spacciatori di lasciare a garanzia un loro documento, o un oggetto di valore, nell’attesa di riuscire a saldare il debito. Come una ragazza, C., che in cambio di una dose si eroina è disposta a lasciare la patente. Adorno, il socio di Arianna Torre, si rifiuta.
E’, dicevamo, solo un episodio di disperazione dei tossicodipendenti, sulla cui condizione si approfittano gli spacciatori di Sappusi. Un contesto di degrado, di droga di qualsiasi tipo, venduta a fiumi, e spesso di pessima qualità. Droga tagliata male, venduta ugualmente, nell’indifferenza degli spacciatori.
Il viaggio nella piazza di spaccio di Sappusi continua domani da qui.