“Nessuna perquisizione negli uffici del comune di Campobello di Mazara”. A smentire le voci che da qualche giorno correvano in città è lo stesso sindaco Giuseppe Castiglione, che ai nostri microfoni ha affermato che i carabinieri del Ros hanno semplicemente sequestrato il computer che Andrea Bonafede, dipendente comunale, usava per il suo lavoro.
Si tratta di voci che però avevano trovato spazio durante il convegno del 18 febbraio scorso, organizzato dall’associazione “Noi per Campobello - Circolo Giovanni Gentile”, dove si è parlato di come ricominciare dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro.
In quell’occasione un imprenditore, Salvatore Bascio, era intervenuto dicendo che non era stato ancora fatto un consiglio comunale aperto “per dare informazioni alla collettività anche sulle perquisizioni che sono state fatte all’interno del nostro comune”.
Perquisizioni che però non sarebbero mai state fatte. Castiglione ci ha spiegato anche che queste voci prive di fondamento potrebbero essere legate ad “un sequestro di sigarette fatto in passato da parte della Guardia di Finanza, che aveva indicato come deposito temporaneo l’ex oleificio Fontane d’Oro, poi trasferite in una stanza in disuso di Palazzo Accardi (dove ha sede anche il comune)”.
Bascio, in occasione dello stesso convegno, aveva anche auspicato che il sindaco desse spiegazioni anche su un articolo di Repubblica che avrebbe “messo in dubbio la sua moralità”.
Il riferimento è ad un articolo dal titolo “Messina Denaro, il sindaco di Campobello in tribunale fa il testimone a difesa di Rugirello, il ras del voto vicino ai boss”.
Su questo, Castiglione ci ha risposto così: “Sono stato chiamato a testimoniare. E come teste non potevo certo rifiutarmi di farlo. In una quindicina di minuti, ho parlato di fatti che si sono potuti verificare durante la mia campagna elettorale, quando Ruggirello con la lista ‘Articolo 4’ aveva appoggiato la mia candidatura a sindaco. In quel momento, ovviamente, lo stesso Ruggirello non risultava, né a me né ad altri, essere accusato di fatti mafiosi. Aggiungo di più: come comune mi sono costituito parte civile in questo stesso processo. Figuriamoci se potessi avere intenzione di difendere chi in questo momento mi ha messo in cattiva luce con azioni che nulla avevano a che fare con la mia candidatura”.
Egidio Morici