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25/02/2023 06:00:00

Droga a Marsala / 5. Il crack e la violenza degli spacciatori. Il ragazzo picchiato per un debito

 Ultima puntata del nostro racconto della piazza di spaccio di Sappusi, a Marsala. Tre gruppi di spacciatori smantellati nell’operazione Virgilio, condotta dalla Procura e dai carabinieri.


Viene fuori uno spaccato allarmante dalle storie dei consumatori di droga. Si parla di droghe pesanti, cocaina, eroina, crack, che creano forti dipendenze. Ci sono storie di vite bruciate, di ragazzi, più o meno giovani, finiti sul baratro. Come quell’uomo che in meno di un anno ha comprato oltre 70 mila euro, se non di più. C’erano persone che lasciavano gioielli, auto, di tutto, per avere un po’ di droga. C’era anche chi lasciava carta e pin della tessera del reddito di cittadinanza.

COS’è IL CRACK
E’ tra le droghe più spacciate a Sappusi, dai tre gruppi che gestivano la piazza di spaccio. Una droga dannosissima, in grado di creare forte dipendenza, e distruggere vite. Una dose costa poco, anche 20 euro, ma la forte dipendenza che crea porta a comprarne sempre di più. Il Crack è una sostanza stupefacente nata in America e diffusasi a partire dagli anni ottanta. Ricavata tramite processi chimici dalla cocaina, viene assunta inalando il fumo dopo aver sciolto i cristalli.
Provoca psicosi, stati paranoici, schizofrenia aggressività e alienazione. Vengono utilizzate pipe apposite di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. Si chiama così per gli scricchiolii che provoca quando si scalda.
Il crack è stato originariamente concepito e sintetizzato per uno scopo ben preciso: era destinato ai cocainomani cronici come sostituto della cocaina, in quanto l’assunzione nasale provocava la distruzione dei tessuti nasali, per cui l’unica modalità di assunzione alternativa era rappresentata dall’inalazione.
Il crack induce dipendenza psichica e può portare a un aumento del numero delle assunzioni, anche dopo i primi tempi di assunzione. Un consumo continuato e prolungato può portare all’alienazione dell’individuo con sintomi simili alla schizofrenia, a una forte aggressività o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose (bastano 800 mg), per colpo di calore e arresti respiratori o cardiaci, nonché per ictus o infarto.

 

IL GRUPPO DI GISELLA ANGILERI
Il terzo gruppo di spacciatori scoperto a Sappusi è quello guidato da Gisella Angileri. E’ la sorella di Alessia Angileri, e insieme ad Arianna Torre, compone il terzetto di donne che avevano in mano la piazza di spaccio di Sappusi. Tutte avevano quartier generale in via Virgilio. E anche Gisella Angileri non è un nome nuovo alle forze dell’ordine, alle sue spalle diversi precedenti.
Gisella Angileri non era sola, l’attività di spaccio l’avrebbe gestita, secondo quanto emerge dalle indagini dal suo compagno Alessio Vito Allegra.

Vendono roba pesante, non si occupano di droghe leggere. Un cliente, infatti, chiede ad Allegra se vendesse anche “minchiatelle”, come gli spinelli. Allegra risponde che si occupa solo di cocaina. I due fidanzati erano soliti osservari particolari accortezze nella gestione dello spaccio, e godevano della solidarietà di persone interne ed esterne al nucleo familiare che, avvisandoli dell’eventuale presenza di forze dell’ordine nel quartiere, gli consentivano di avere un controllo pervasio del territorio.

 

 


IL RACCONTO DEL CONSUMATORE DI CRACK
Uno dei clienti di Gisella Angileri e Alessio Allegra vien sentito dagli investigatori. E parla, cosa non da poco. Racconta la sua dipendenza, il rapporto con gli spacciatori. “Sono assuntore di cocaina e crack da quattro anni. Ho acquistato crack da Gisella Angileri e Alessio Allegra per tutto il 2020, ogni giorno infatti mi recavo a casa da loro per acquistare lo stupefacente che pagavo in contanti ed al momento della consegna”
In un’occasione, però, l’uomo non ha soldi, e chiede di prendere a credito 200 euro di crack. Angileri glielo concede. Poi però non riesce a pagare la somma, e non va più a comprare la droga da lei. Quel debito non saldato scatena la rabbia della coppia.

IL PESTAGGIO IN CENTRO PER UN DEBITO
Sono spregiudicati gli spacciatori di sappusi. Se non paghi ti picchiano, senza scrupolo di sorta. Come è successo al tossicodipendente di cui sopra.
E’ il 19 marzo. L’uomo, assuntore di crack e cocaina, si trova nei pressi di piazza della Vittoria, a Marsala, quando viene avvicinato e aggredito da Alessio Allegra. Lo colpisce con calci e pugni al corpo e al volto. “Hai visto che ti ho trovato? Mi ha fatto un pacco” ripete Allegra mentre lo colpisce. Aggressione che continua anche quando l’uomo si alza da terra. Una donna assiste alla scena e urla: “delinquenti, stanno arrivando i carabinieri”. La vittima dell’aggressione riesce a divincolarsi e a scappare a piedi verso una pizzeria di via XI Maggio. Viene però raggiunto da Allegra, che torna a colpirlo e lo immobilizza con una presa sul collo. In quel frangente chiama la compagna, Gisella Angileri: “vieni a prendermi, hanno chiamato i carabinieri, lo dobbiamo caricare in macchina”. Tentano, insomma, di portarlo via. Arrivata Angileri in auto la vittima viene colpita ancora, ma oppone resistenza. Troppa. Angileri e Allegra desistono, e vanno via.

 

 


L’uomo intanto, dolorante e sanguinante, torna verso piazza della Vittoria, mentre si avvicina di nuovo l’auto. Allegra scende, dà un ultimo violento schiaffo all’uomo, e poi fugge via con Angileri. La vittima dell’aggressione torna a casa, trova il padre, che viste le condizioni di salute del figlio chiama il 118 e i carabinieri.
L’uomo, vittima dell’aggressione, qualche giorno dopo la denuncia, per paura di altre ritorsioni, va da Gisella Angileri e Alessio Allegra, gli dà 100 euro, la metà del debito da saldare. Poi parte per la comunità per tossicodipendenti di San Patrignano.
La speranza che è lì, questo giovane poco più che trentenne, possa trovare pace, serenità, e possa uscire dal tunnel di droga e violenza.
Così, come lui, anche gli altri, tanti, assuntori di droga che in questi anni hanno affollato la piazza di spaccio di Sappusi. Un quartiere difficile, come altri a Marsala, nel quale miseria, povertà, criminalità soffocano gli sforzi e la voglia di riscatto dei cittadini onesti, spesso lasciati soli dalle istituzioni.